Scarlattina, i pediatri: «Aumentano i contagi tra i bimbi, trattarla entro 10 giorni per evitare complicazioni». Sintomi e cura

La crescita dopo tre anni di stop

Scarlattina, i pediatri: «Aumentano i contagi tra i bimbi, trattarla entro 10 giorni per evitare complicazioni». Sintomi e cura

di Redazione web

Scarlattina, crescono i contagi nei bambini in Italia. «Anche da noi, a seguito della pandemia di Covid-19, si era visto un crollo del numero di casi di scarlattina. Ma ora in molte scuole, soprattutto materne, si è osservato un aumento significativo dei casi, pur senza che si siano osservate malattie invasive».

A spiegarlo è Susanna Esposito, coordinatrice del Tavolo Tecnico Malattie infettive e Vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria (SIP) e ordinario di Pediatria presso l'Università di Parma, che precisa: «non ci sono motivi di allarme, ma è importante fare il tampone in caso di sintomi e iniziare la terapia entro 10 giorni dall'esordio, per evitare complicanze».

Scarlattina, che tipo di malattia è?

La scarlattina è una malattia esantematica, causata da Streptococco beta-emolitico di gruppo A, trasmessa da muco e saliva, e per la quale vige l'obbligo di segnalazione, ma non c'è un registro nazionale di monitoraggio. «Durante il 2020, 2021 e 2022 ha circolato poco. Ora, in assenza di restrizioni, tutti i patogeni hanno ripreso a circolare intensamente. Nelle ultime settimane si sono riscontrate epidemie di scarlattina nelle scuole di diverse città italiane», spiega Esposito.

Il periodo del contagio

Il periodo di maggior contagio è da dicembre a aprile e la fascia di età più interessata è tra 2 e 8 anni. «A differenza di malattie simili, come morbillo e varicella, non esiste vaccino e, una volta avuta, non si è immunizzati».

I sintomi e la cura con terapia antibioica

Il nodo è la corretta diagnosi. «A parte il mal di gola e la febbre, è accompagnata da una colorazione prima biancastra e poi rossa della lingua e da un esantema con minuscole macchioline rilevate rosso acceso, che condluiscono conferendo un colorito uniformemente arrossato.

Esordiscono sul torace, per poi allargarsi e accentuarsi nella regione inguinale e alle ascelle. In caso di sintomi, va eseguito il tampone faringeo rapido e, se positivo, va iniziata la terapia antibiotica».

«Trattarla entro dieci giorni per evitare complicanze»

Non bisogna spaventarsi, prosegue, ma l'importante, conclude l'esperta, è «trattarla entro10 giorni dall'esordio per evitare ascessi o reazioni immunomediate, che possono causare complicanze come la malattia reumatica, cardite, glomerulonefrite e artrite post-streptococcica».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Febbraio 2023, 11:09
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