Sardegna, minacce di morte al governatore Solinas: «Dovrei essere tutelato, invece hanno filmato casa mia». Sfiducia respinta

Sardegna, minacce a Solinas: «Dovrei essere tutelato, invece hanno filmato casa mia» Sfiducia respinta

Solinas all'attacco in cui esce vittorioso dalla votazione sulla fiducia sulla sua guida della Sardegna. «Sono entrato in dispositivo di sicurezza per aver ricevuto minacce di morte e la mia famiglia, le mie residenze e la mia auto come obiettivo sensibile: vi sembra una cosa civile che qualcuno dia l'indirizzo della casa di un soggetto a dispositivo di sicurezza, che venga sorvolata da un drone e che qualcuno ci arrivi con la telecamera mostrando sulla trasmissione la casa esponendo i familiari a rischi gravi?».

Così in Aula durante la discussione della mozione di sfiducia il governatore della Sardegna, Christian Solinas. «Ho ricevuto la solidarietà da alcuni e, significativamente, un assordante silenzio da parte di altri. Questo clima di odio non aiuta nessuno». La trasmissione citata da Solinas, pur senza nominarla, è Report.

La votazione

Intanto con 34 voti contrari e 19 voti favorevoli, il Consiglio regionale ha respinto in serata la mozione di sfiducia al presidente della Regione, Christian Solinas, al termine di una giornata di dibattito dai toni accesi e tra reciproche accuse. Nella sua replica, prima della votazione per chiamata nominale, il governatore ha accusato le opposizioni di aver messo in piedi uno spettacolo indecoroso, incuranti del danno di immagine per la Sardegna.

«Avete usato la pandemia - ha attaccato Solinas - per cercare di dare una spallata a me e alla maggioranza che mi sostiene. Nella ricostruzione dei fatti serve la buona fede, che vi è mancata: il vostro Governo a Roma ne ha fatto di ogni, secretando verbali del Comitato Tecnico Scientifico, mandando banchi con le rotelle anziché lavorare sul distanziamento sociale.

Eppure - ha detto ancora - in nessun'altra regione d'Italia le opposizioni hanno fatto ricorso alla mozione di sfiducia, né a trasmissioni televisive. Vi siete mossi pensando non alla salute dei Sardi, ma a cercare di minare la maggioranza».

Solinas ha poi ribadito che, pur di fronte ad una pandemia che ha messo in difficoltà Paesi al mondo con sistemi sanitari più forti del nostro, la Sardegna ha ancora oggi il minor tasso di diffusione virale. Quanto alla riapertura delle discoteche lo scorso agosto, il governatore sardo ha affermato che «non ha determinato nessun cataclisma. Sono stato il presidente più prudente tra tutti, proponevo controlli all'ingresso in Sardegna ed è stato il Governo a impugnare, a settembre, l'ordinanza che li prevedeva. Non solo, prima il Tar e poi il Consiglio di Stato hanno accolto il ricorso del Governo sostenendo che la mia ordinanza non era giustificata dai numeri della pandemia e che quindi non c'era emergenza sanitaria».

Il presidente ha detto, poi, al Consiglio di aver ricevuto minacce di morte e di essere sotto sorveglianza attiva: «non fa piacere, anche per questo, che si avveleni ancora di più il clima politico, che la mia casa venga ripresa da un drone e le immagini trasmesse in televisione. Chi alimenta questo clima - ha aggiunto rivolto ai banchi delle opposizioni - deve sentire la responsabilità di essere il mandante morale delle conseguenze che possono poi arrivare. Serve senso di responsabilità - ha concluso - non è il momento di forzare. Ci sarà tempo per misurarsi nella competizione elettorale, ma occorre che si torni a fare politica e che in quest'Aula si sentano interventi politici e non requisitorie».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Novembre 2020, 21:42
© RIPRODUZIONE RISERVATA