Sanità in Lombardia, l'ex ministra Lorenzin sull'articolo di Leggo: «La Regione dovrebbe garantire quegli esami»
«Rischio cancro e risonanza urgente? Torni a ottobre o vada in una clinica»
L'inchiesta di Leggo riguardava i lunghissimi tempi d'attesa nelle strutture sanitarie pubbliche di una delle regioni più ricche e meglio organizzate d'Italia. I pazienti malati di tumore, come Claudio, sono costretti a sottoporsi a controlli urgenti, nel giro di 10 giorni, ma di fatto potranno farlo solo tra qualche mese, a meno che non decidano di rivolgersi a cliniche private.
Beatrice Lorenzin ha spiegato al riguardo: «Ci sono delle leggi e la Lombardia dovrebbe garantire quegli esami entro 10 giorni, parliamo di una regione che ha la rete oncologica regionale per la presa in carico del paziente , il registro tumori, il sistema Passi, la più alta concentrazione di centri oncologici altamente specializzati in Italia e probabilmente in Europa». A questo punto, l'ex ministra si chiede: «Cosa non ha funzionato? Una falla nel sistema di prenotazione? Una falla nella programmazione sanitaria? Per la Lombardia non vale di certo il drammatico problema di sottofinanziamento delle regioni del sud, eppure soffre della “patologia cronica” delle liste d’attesa anche in casi così seri, dove chi non ha 500 euro cosa fa? Prega sperando si tratti di un falso allarme?».
La soluzione, secondo Beatrice Lorenzin, è una sola: «Il sistema necessità di più fondi e personale ma anche di PDTA omogenei sul territorio nazionale e un organo di verifica e controllo incisivo e quando serve feroce a livello nazionale a garanzia del diritto alla salute dei cittadini, art 32 della costituzione italiana».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Giugno 2019, 10:30
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