Il giallo di Sana, morta in Pakistan. Il medico smentisce i familiari: «Morte naturale? No, stava bene»

Il giallo di Sana, morta in Pakistan. Il medico smentisce i familiari: «Morte naturale? No, stava bene»

di Domenico Zurlo
Uccisa dalla sua famiglia, o morta per cause naturali? Sembra un giallo la morte di Sana Cheema, la giovane italo-pakistana, cresciuta in Italia, che ha perso la vita nel suo Paese di origine. Si sospetta che sia stata uccisa da padre, zio e fratello per non sottostare ad un matrimonio combinato, mentre in Italia aveva un fidanzato con cui voleva sposarsi.

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Secondo quanto ha detto il medico Shiraz Kashif, che l'ha visitata, Sana è stata visitata lo scorso 11 aprile in una clinica privata, e non era affetta da alcuna malattia grave: il medico smentisce quanto sostenuto dai difensori dei parenti, che continuano a sostenere la tesi della morte accidentale. 

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I legali hanno consegnato al magistrato responsabile dell'istruttoria sul presunto omicidio, dei documenti secondo cui la ragazza sarebbe stata visitata dai medici per sintomi di dolori addominali e alta pressione: la giovane è rimasta nella clinica per «un'ora, un'ora e mezza e quando è stata dimessa stava bene», ha detto il medico. Intervistato da Samaa TV, Kashif ha spiegato che la pressione di Sana «era molto bassa» e la ragazza «si lamentava, dicendo che vomitava tutto ciò che mangiava».

Due giorni fa il cadavere di Sana è stato riesumato nel distretto di Gujrat.
Dopo la riesumazione un team di anatomopatologi ha prelevato alcuni organi per una autopsia volta determinare le cause della morte. Si dovrà attendere il risultato della autopsia che può durare fra 15 giorni e tre mesi». Al riguardo il dottor Komal Ishaq, che ha coordinato il prelievo, ha dichiarato che «al momento non si può dire nulla riguardo alla morte della ragazza. 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Aprile 2018, 10:11
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