San Benedetto, la madre muore, costretta a dormire nell'auto vinta alla lotteria

La madre muore, costretta a dormire nell'auto vinta alla lotteria: aveva lasciato il lavoro per accudirla

di Emidio Lattanzi
SAN BENEDETTO - E’ costretta a dormire in auto, con due inseparabili cagnolini, una quarantenne di San Benedetto che, anni fa, lasciò la carriera per accudire la madre malata e che, dopo una lunga serie di vicissitudini, si ritrova ora senza un tetto sopra la testa ma, ciononostante, con una grande determinazione.

Determinazione e orgoglio, quello che la spinge a non voler essere chiamata per nome ma soltanto con la iniziali, V.P. Dopo gli ultimi anni trascorsi a percorrere una strada fatta di sfortuna ma soprattutto di indifferenza, la donna ha visto morire la madre e si è vista abbandonare da tutte le istituzioni, fino all’epilogo di queste ultime tre settimane che l’hanno costretta a trascorrere le notti dentro un’auto che, per un raro e isolato colpo di fortuna, vinse alcuni anni fa ad una lotteria abbinata ad una sagra. «Ho visto morire mia madre - racconta - per la quale avevo rinunciato ad una carriera fuori regione. Con lei ho lottato contro una burocrazia che non riusciva proprio a tener conto delle difficoltà economiche nelle quali ci siamo trovate immerse». 
 
Da quel momento tutto ha iniziato ad andare a rotoli, tra il centro dove la mamma era ricoverata che pretendeva la riscossione della pensione dell’anziana e la quarantenne che non riusciva più a fronteggiare i debiti che l’hanno portata a vedersi notificare lo sfratto. Poi il trasferimento nel vicino Abruzzo, i lavoretti saltuari per sbarcare il lunario e l’incontro con un uomo, che in poco tempo si è rivelato però essere il suo aguzzino dal quale, con fatica, è riuscita ad allontanarsi: «Non mi lasciava più neppure un euro per il caffè». Quindi la morte della madre che però non le ha fatto perdere la determinazione nel volersi risollevare: «Ma mi sono trovata a sbattere continuamente contro un muro di gomma - spiega - con gli uffici dei servizi sociali del comune di San Benedetto che somigliano sempre più ad una specie di macelleria sociale e con la parte politica che non ti ascolta proprio. 
Se con Gaspari, raramente, ero riuscita a parlare con Piunti non c’è proprio stato verso neppure di incrociarlo per caso». Fino all’epilogo di questa vicenda che, oggi, la vede costretta a dormire in auto perché l’unico appartamento che era riuscita a trovare (pagando la caparra) era assolutamente non abitabile e perché con uno sfratto esecutivo alle spalle. Del reddito di cittadinanza gliene arriva soltanto una piccola parte.
Ultimo aggiornamento: Sabato 14 Settembre 2019, 22:08
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