Saman Abbas, estradizione del padre sempre più a rischio: dopo 10 udienze un nuovo rinvio per Shabbar

L'avvocato difensore di Shabbar Abbas ha definito la documentazione della procura italiana «non affidabile» senza però mai fornire spiegazioni sul perché di tale valutazione

Saman Abbas, estradizione del padre sempre più a rischio: dopo 10 udienze un nuovo rinvio per Shabbar

di Niccolò Dainelli

Mancano solo tre giorni all'inzio del processo sull'omicidio di Saman Abbas, ma dal Pakistan non arrivano buone notizie. Shabbar Abbas, padre della 18enne scomparsa da Novellara il 30 aprile 2021, infatti, dopo 10 udienze per la sua estradizione in Italia, ha ottenuto un nuovo rinvio al 14 febbraio. Il tribunale pakistano, riunitosi in mattinata, ha discusso nuovamente le presunte irregolarità nella documentazione arrivata dall'Italia riguardante l'arresto e la morte della giovane uccisa dalla famiglia per aver rifiutato un matrimonio combinato.

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Resta in carcere

 

Il difensore dell'uomo, arrestato dopo un lungo periodo di latitanza, ha posto eccezioni sull'utilizzabilità degli atti in possesso del giudice, ma davanti alla richiesta di specificare il perché della mozione, non ha voluto fornire le motivazioni legali. Il pubblico ministero ha prodotto la documentazione originale emessa dagli uffici pakistani coinvolti nella procedura di estradizione e tra sette giorni il tribunale si riunirà nuovamente. Resta per ora in sospeso anche la decisione sull'istanza di scarcerazione avanzata dall'avvocato difensore di Shabbar: per il momento Shabbar Abbas resta in carcere.

Il processo in Italia

Shabbar Abbas ha deciso di rifiutare l'assistenza legale gratuita offerta dall'Italia in caso di rientro a Reggio Emilia per il processo. L'avvocato pakistano, che si sta occupando del caso, ha definito la documentazione della procura italiana «non affidabile» senza però mai fornire spiegazioni sul perché di tale valutazione. Per il 46enne e per altri 4 dei familiari della giovane vittima, tra cui la madre Nazia Shaeen ancora latitante in Pakistan, è stata fissata la prima udienza del processo davanti alla Corte di Assise per venerdì 10 febbraio. Un processo che inizierà senza uno dei maggiori indagati per l'omicidio della 18enne, per un'estradizione che sembra essere sempre più a rischio.

Dietro la sbarra degli imputati vi saranno invece Danish Hasnain, zio della vittima ritenuto dagli inquirenti esecutore materiale dell'omicidio, e i due cugini ritenuti complici. 

I dubbi dell'Associazione Penelope

In occasione dell'ottavo rinvio, avvenuto lo scorso 24 gennaio, l'Associazione Penelope, costituitasi parte civile nel processo, aveva già espresso i propri dubbi sull'estradizione dell'uomo. Barbara Iannuccelli, legale dell'Associazione, dichiarò: «Io l'ho sempre detto sin dall'inizio. Non ho una visione ottimistica. Spero che questi rinvii non siano stati decisi per arrivare a un termine in cui debbano liberare Shabbar per scadenza dei termini massimi relativamente alla sua detenzione. Spero, invece, che possa appartenere ad una abitudine del rito pakistano». 


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Febbraio 2023, 16:54
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