Salvatore Cimmino, l'uomo-pesce girerà il mondo a nuoto

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di Marco Lobasso
L’ultima impresa è stata nuotare in mare aperto per oltre cinquanta chilometri ininterrottamente da Ponza a Ventotene, bracciata dopo bracciata, in una prova estrema durata oltre 14 ore e con una sola gamba. Salvatore Cimmino, 54 anni, vesuviano di nascita e romano di adozione, è il nuotatore italiano che ha trasformato la sua disabilità (un osteosarcoma l’ha costretto all’amputazione della gamba destra a 14 anni) in un progetto mondiale per l’inclusione senza barriere delle persone affette da disabilità nella società civile, con il sostegno dell’associazione di promozione sociale intitolata alla memoria del maratoneta Luca Coscioni.

Salvatore Cimmino, il nuotatore disabile simbolo 2018 delle battaglie per le libertà civili
 
 


Ha fatto nascere il progetto “A nuoto nei mari del Globo” e ha iniziato a nuotare e a compiere imprese fin dal 2005. Nuotava per prescrizione medica, per salute, è diventato un fuoriclasse nello sport e nella vita. Ha iniziato con il giro nei mari italiani, poi in quelli d’Europa e, ancora, in quelli del mondo. Si è immerso senza paura e ha nuotato per centinaia e centinaia di chilometri: in Israele, nella Manica, nel mare che bagna New York, in Messico, nei laghi nord americani. Ha gareggiato nella Capri-Napoli e adesso ricomincia. Dopo la Ponza-Ventotene, a febbraio il suo incredibile tour a nuoto nei mari del mondo ripartirà dall’Argentina, in una delle avventure più suggestive e difficoltose di sempre. Salvatore nuoterà per undici giorni e per undici tappe nel fiume Paranà, percorrendolo per quasi 600 km. Nella prima tappa nuoterà insieme ai campioni normodotati della Coppa del mondo di nuoto in acque libere, nella Santa Fe’-Coronda, una delle gare più famose del mondo, poi continuerà da solo per altri dieci giorni, alla media quotidiana e incredibile di circa 80 km, così fino a Zarate to Tigre, alle porte di Buenos Aires.

«Sarà difficile, ma per questo ancora più bello - spiega Cimmino -. L’evento avrà l’organizzazione della Croce Rossa internazionale, in collaborazione con la Federazione del nuoto mondiale. Sarò pronto a portare fin lì il mio messaggio di sensibilizzazione nei confronti del mondo dei diversamente abili».
Il fiume Paranà è famoso per essere insidioso, torbido e, in certi punti, infestato dai piranha. «Sarò blindato dall’organizzazione che conosce bene i luoghi del tour, mi fido di loro. Le acque torbide e il rischio piranha non mi fanno paura. Mi spaventano di più gli uomini che restano insensibili al problema degli ostacoli fisici e culturali che mettono in crisi la vita quotidiana delle persone affette da handicap. Per questo nuoto e, finché avrò forza, non mi fermerò mai». 

Intanto, a novembre, il nuotatore dell’Aniene metterà attorno allo stesso tavolo alla Casa Madre delle Dorotee, a Cemmo di Capo di Ponte, nel Bresciano, istituzioni politiche e religiose, insieme a ospedali e centri di riabilitazione italiani per definire un Protocollo d’intesa che dia il via a un progetto dedicato alle persone disabili della regione del Kiwu, in Congo, dilaniata da guerre civili. L’obiettivo è raccogliere fondi per inviare strumenti fondamentali per la riabilitazione e la cura, come i fondamentali ausili. 
«A nuoto nei mari del Globo è un progetto internazionale che non si ferma all’Italia. Il Kiwu è la regione dei Laghi, ho già nuotato lì. Una territorio tormentato che ho nel cuore e che vede impegnati con poche risorse i Padri Caracciolini, congregazione di cui faccio parte da laico. Ho promesso che tornerò presto anche in Kiwu, ma adesso devo pensare all’Argentina».
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Settembre 2018, 09:21
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