Salma vicino al bagno al Cardarelli, il manager: "Una falsa notizia"

Salma vicino al bagno al Cardarelli, il manager: "Una falsa notizia"

di Gigi Di Fiore
Un uomo giunge in gravi condizioni nel reparto di chirurgia d'urgenza del Cardarelli di Napoli dove muore diverse ore dopo: la salma viene sistemata in una medicheria il cui bagno viene usato anche dai parenti di alcuni pazienti che fanno la macabra scoperta e si lamentano via social. La notizia si diffonde e scoppia la polemica. Dopo avere appreso l'episodio, avvenuto stamattina, la direzione dell'azienda ospedaliera Cardarelli dispone degli accertamenti e, nel giro di qualche ora, con una nota, spiega l'accaduto: «La salma non è stata mai 'appoggiatà nel bagno, né tantomeno per tre ore. Il paziente, come sempre accade al Cardarelli, ha ricevuto il massimo rispetto, nella malattia e, purtroppo, anche nella morte».

Come da prassi, per evitare che restasse nell'area degenza, il cadavere è stato trasferito nella medicheria del reparto, zona inibita ai degenti e ai loro parenti. In sostanza chi è entrato nella medicheria per usare il bagno, secondo il Cardarelli, non avrebbe potuto farlo in quanto l'area è riservata esclusivamente al personale dell'ospedale. «Ad essere gentili talvolta si sbaglia», commenta un medico. Infatti, per i parenti dei pazienti, il bagno più vicino si trova nel piano inferiore.

«Chi ha concesso la possibilità di usare quei servizi igienici non sapeva che lì era stata temporaneamente sistemata la salma», continua il dottore. Il Cardarelli fornisce anche una descrizione particolareggiata dell'accaduto, dal momento dell'arrivo del paziente in ospedale (alle 16,46 di ieri) fino al suo decesso, avvenuto numerose ore dopo (alle 10 di stamattina). A quanto pare, dunque, la vicenda avrebbe fatto scalpore sui social ma sarebbe ben diversa dai gravi casi di malasanità che hanno costellato l'estate a Napoli e in provincia: l'ultimo lo scorso 17 agosto, nell'ospedale Loreto Mare, dove un ragazzo di soli 23 anni, Antonio Scafuri, è morto per ritardi e omissioni nei soccorsi.

Ieri il direttore sanitario facente funzioni del nosocomio è stato rimosso. Scalpore ha destato anche il decesso, lo scorso 3 agosto, di Mario D'Aiello, affetto da talassemia: si sentì male mentre aspettava un amico alla stazione ferroviaria di Napoli. Iniziò a vomitare sangue, cadde a terra. Furono chiamati i soccorsi ma dal 118 risposero che non c'erano ambulanze disponibili. Invece, un'indagine interna, è emerso che ne erano disponibili, quella sera, ben due. Lo scorso giugno altro caso di malasanità, questa vola nell'ospedale San Paolo: una donna adagiata su un letto infestato da centinaia di formiche. A gennaio il primo caso dell'anno, nell'ospedale di Nola: furono diffuse immagini che ritraevano due pazienti nel pronto soccorso, distesi sul pavimento mentre gli operatori sanitari prestano loro le prime cure. Il ministro Lorenzin inviò i Nas, il governatore De Luca convocò i tutti responsabili delle Asl e alla fine tre medici vennero sospesi.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Agosto 2017, 18:28
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