Chiesa, sacrestani alla riscossa: «Non siamo addetti alle pulizie, valorizzateci di più»

«Alcuni sacerdoti non capiscono la nostra professionalità e ci utilizzano come uomini e donne di fatica»

Chiesa, sacrestani alla riscossa: «Non siamo addetti alle pulizie, valorizzateci di più»

I sacrestani italiani chiedono di non essere relegati ad addetti delle pulizie, come troppe volte accade, ma di essere valorizzati e riconosciuti nel loro ministero. L'orgoglio del sacrista, figura tutt'altro che di secondo piano nell'amministrazione di una parrocchia, è andato in scena in questi giorni a Roma in un convegno in cui si è parlato soprattutto delle «problematiche di formazione», per dirla con il presidente dei sacristi, Enzo Busani. Nel Paese, gli iscritti alla Fiudac, come racconta all'Adnkronos il vicepresidente Maurizio Bozzolan, sono circa 800 ma nella realtà sono molti di più. La paga base secondo il contratto nazionale, ora in scadenza, è di 1.260 euro al mese ma ad aiutare i parroci in cattedrali e santuari ci sono anche tanti volontari.

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«Non tutte le parrocchie possono permettersi un sacrestano - premette il vicepresidente Bozzolan -. Di solito queste figure si trovano nelle cattedrali, nei santuari e nelle parrocchie con 20 mila abitanti. Il punto è che troppe volte, anche se non è stato il mio caso, ci sono sacerdoti che non capiscono la nostra professionalità e utilizzano i sacrestani come uomini e donne di fatica. Ma noi non siamo semplici addetti alle pulizie della chiesa. Noi prepariamo le cerimonie liturgiche e in assenza del parroco dobbiamo dare risposte immediate ai fedeli, e non in senso tecnico.

Paolo VI analizzò perfettamente il nostro ministero ma ciò che ha detto nella pratica è rimasto lettera morta».

C'è più consapevolezza della funzione tra i vecchi sacrestani che non nelle giovani generazioni «Tra i più giovani - spiega Bozzolan - il servizio è vissuto più come opportunità di lavoro che dal punto di vista della fede. Dove poi ci sono sacerdoti che devono occuparsi di più parrocchie, il sacrestano è visto più che altro nell'ottica di uomo delle pulizie ma così non va. Il nostro lavoro ne esce svilito». I sacrestani sono «maggiormente valorizzati al nord rispetto al sud dove - dice il vicepresidente dei sacristi - c'è anche parecchio lavoro nero». Da qui la costituzione dell'Enbiff deputata a fare emergere il nero. Il vicepresidente dei sacristi chiude con un esempio emblematico oltre che paradossale: «Ci sono sacerdoti che danno la giornata di riposo al sacrista la domenica. Il che dice tutto sul ruolo a cui troppo spesso siamo relegati».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Novembre 2021, 17:44
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