Ryan, il procuratore frena: «Non c'è prova di maltrattamenti. Il bambino potrà spiegare, ma ora non è in grado»

Il procuratore di Imperia parla del caso del bambino che sarebbe stato maltrattato dal compagno della nonna

Ryan, il procuratore frena: «Non c'è prova di maltrattamenti. Il bambino potrà spiegare, ma ora non è in grado»

La storia del piccolo Ryan, presunta vittima di violenze da parte del compagno della nonna, ora è un vero e proprio giallo. Il procuratore della Repubblica di Imperia Alberto Lari questa mattina è intervenuto per chiarire quanto accaduto al bambino, che in un primo momento era apparso vittima di maltrattamenti, affermando in una nota che «gli accertamenti sinora effettuati in ordine alla produzione delle più gravi lesioni riportate dal minore e che ne hanno determinato il pericolo di vita, non paiono ricondurre a condotte volontarie di percosse o maltrattamento».

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Ryan, il procuratore frena: «No maltrattamenti»

Il procuratore aggiunge che «non sono escluse condotte lesive volontarie in epoca antecedente». Secondo il procuratore per chiarire quanto accaduto «un apporto decisivo per l'accertamento dei fatti, com'è ampiamente prevedibile, potrà essere fornito dal minore, le cui condizioni di salute, per quanto nettamente migliorate, non consentono al momento di poterlo esaminare sui fatti stessi con quel grado di attendibilità, tendenzialmente scevra da qualsiasi tipo di condizionamento esterno, auspicabile».

Il procuratore: «Cessare diffusione immagini»

Il magistrato chiede poi di ridurre l'interesse mediatico sulla vicenda del piccolo Ryan. «In considerazione della sensibile rilevanza mediatica che ha assunto la vicenda - spiega in una nota Lari - attualmente all'attento vaglio investigativo di quest'ufficio concernente l'individuazione delle cause e delle eventuali correlate responsabilità penali in ordine alle gravi lesioni patite dal minore, suscitando una molteplicità di ricostruzioni congetturali, talune destituite di qualsiasi serio fondamento, si ritiene, pur nel rispetto del segreto di indagine, di dover indicare alcuni elementi attualmente acquisiti con ragionevole attendibilità, onde disincentivare rappresentazioni decisamente fuorvianti degli eventi». «Ciò - dice Lari - anche al fine di far cessare la costante diffusione mediatica di immagini dei luoghi privati e delle persone coinvolte (persino dei minori), situazione che può concretamente pregiudicare la genuinità dell'acquisizione delle prove». 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Gennaio 2023, 14:33
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