Romena uccisa, uomo confessa e poi ritratta: «Non sono stato io». Su Fb la chiamavano truffatrice

Romena uccisa, uomo confessa e poi ritratta: «Non sono stato io». Su Fb la chiamavano truffatrice
Ieri aveva confessato, oggi ritratta: si è ritrasformata in un giallo nel giro di 24 ore la morte di Ruxandra Vesco, una donna romena scomparsa nel 2015 e il cui cadavere è stato ritrovato in un sacco in una scarpata di Monte Pellegrino. In quel sacco c'erano le ossa di Ruxandra, fatte ritrovare da Damiano Torrente, pescatore che ieri a cinque anni di distanza aveva raccontato di aver ucciso lui la donna, sua amante.

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Ma oggi Damiano ha cambiato idea e ha ritrattato tutto: «Non sono stato io a ucciderla, quando ho confessato ero sotto l'effetto della droga», le parole del pescatore, che ha raccontato il suo avvicinamento a Dio, il pentimento e la sofferenza confermata anche dal prete che ha raccolto, in confessionale, il suo racconto inducendolo a confessare. Ma ora ha fatto marcia indietro: a riferire il colpo di scena è l'avvocato Alessandro Musso che difende Torrente: «Ha raccontato anche che nel 2019 aveva già confessato una volta l'omicidio della donna e di tutti i suoi parenti alla Squadra Mobile ma la polizia fece indagini, non trovò il corpo della vittima dove indicato e trovò, invece, in vita i parenti che diceva di aver ucciso così la vicenda fu archiviata in fase di indagini preliminari».

Gli accertamenti scientifici ora dovranno stabilire se i resti umani fatti trovare da Torrente sul monte Pellegrino appartengano a Ruxandra, la donna che l'indagato ha confessato di aver ucciso nell'ottobre 2015 quando la vittima aveva 33 anni. Torrente aveva raccontato una storia molto dettagliata e ricca di particolari e con un movente. Scarcerato nel marzo scorso, dopo l'arresto per stalking, l'uomo ha detto ai carabinieri dov'è andato per confessare il delitto di essersi avvicinato a Dio e sarebbe stata la risposta di un prete nel segreto del confessionale a indurlo a percorrere il «sentiero del perdono». Torrente è indagato per omicidio e occultamento di cadavere. 

IL GIALLO DELLA PAGINA FACEBOOK Ad aggiungere particolari sulla vicenda decisamente contorta, una pagina Facebook con quasi 600 iscritti che dà alla vittima della truffatrice: secondo gli utenti iscritti infatti Ruxandra, che si faceva chiamare Alessandra, avrebbe messo in atto imbrogli, non meglio precisati.
Su questi imbrogli, e sulla pagina, stanno indagando gli inquirenti. Secondo quanto scrive PalermoToday, dai post sulla pagina Facebook emergono tante accuse nei suoi confronti: in tanti la cercavano, e non perché preoccupati per lei o per la sua vita. Qualcuno la accusa di essere una finta malata, altri suggeriscono di denunciarla e le danno della bugiarda o ludopatica. Il tempo, forse, spiegherà meglio tutta la vicenda.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Agosto 2020, 16:35
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