Roma, stuprata dal branco: l'errore fatale dei violentatori, hanno lasciato il loro Dna su bottiglie e cicche di sigarette

Roma, stuprata dal branco: l'errore fatale dei violentatori, hanno lasciato il loro Dna su bottiglie e cicche di sigarette
È sul mo zzicone di una sigaretta e su due bottiglie di birra scolate dagli stupratori durante il viaggio dell’orrore in auto e poi buttate sul luogo dello stupro, che i poliziotti di Tivoli e i colleghi della Squadra Mobile di Roma sperano di trovare la “firma” dei quattro componenti del branco che giovedì notte ha sequestrato e poi violentato una donna italo-eritrea di 44 anni in un sottopasso di campagna tra la Capitale e Guidonia. Sono questi alcuni degli elementi nelle mani della Scientifica che ha già campionato le tracce biologiche lasciate sugli indumenti della donna e i tampo- ni effettuati dai sanitari al pronto soccorso dell’ospedale di Tivoli. Non solo. Gli inquirenti da vener- dì mattina stanno svolgendo un lavoro “porta a porta” passando al setaccio tutte le attività commerciali dotate di sistemi di videosorveglianza lungo i quasi dodici chilometri di tragitto percorsi dalla Panda vecchio tipo in cui la donna è stata costretta a salire, a caccia delle immagini chiave per risolvere il caso.

I FRAME
Un compito non facile: perché spesso le immagini sono sgrana- te e i frame da visionare sono migliaia, con auto che sfrecciano al buio prima lungo la via Tiburtina, poi sullo stradone di Casal Bianco, infine sulla Selciatella. Gli investigatori hanno già porta- to in commissariato i file conte- nenti le sequenze di quella notte, registrati da almeno un paio di di- stributori di benzina, un Tamoil e un impianto Eni Agip che si trova proprio in prossimità della strada bianca imboccata dagli stupratori per appartarsi nelle campagne di Guidonia. Anche i filmati registrati da un ComproOro nei pressi della fermata bus di Rebibbia dove la 44enne è stata avvicinata, sono al vaglio dei poliziotti. Non è escluso che spunti la targa della Panda.

IL REBUS
Un rebus che gli inquirenti coordinati dalla Procura di Tivoli contano di risolvere mettendo insieme più tasselli. A partire dai riscontri sulle celle telefoniche ag- ganciate in quell’area tra l’una e le 3,10 della notte, momento in cui la vittima è riuscita finalmente a liberarsi e a chiamare la polizia. È un’indagine tutta affidata al fiuto investigativo e alla conoscenza del territorio quella messa in campo dagli uomini del commis- sariato di Tivoli per stringere il cerchio intorno ai quattro uomi- ni, probabilmente bengalesi, che hanno agito in mezzo a una disca- rica abusiva in via della Selciatella, sotto al ponte che scavalca la bretella autostradale Fiano-San Cesareo. La Procura procede per i reati di sequestro di persona e violenza sessuale. I poliziotti stanno ascoltando anche le schiave del sesso che abitualmente “lavorano” lungo la Tiburtina per capire se hanno mai avuto a che fare con il branco o qualcuno dei suoi componenti. Al setaccio anche of- ficine e carrozzerie dove potrebbe essere nascosta la Panda. E. Cer. A. Mar
Ultimo aggiornamento: Domenica 20 Maggio 2018, 10:13
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