A Roma ci sono circa 1200 salme in attesa di essere cremate. Altrettante, quindi, sono le famiglie che aspettano una degna sepoltura per il loro caro. E si arriva al paradosso che il funerale è meglio farlo di lunedì, altrimenti diventa un lusso.
NEI DEPOSITI. Accade infattiche i due depositi per le salme, uno al cimitero Flaminio e uno al Verano dove restano in attesa di cremaizone, sono al completo. Per l’aumento dei decessi non si riesce a snellire le procedure e l’unica soluzione è quella di dover portare le salme in un altro Comune. Con i relativi costi a carico delle famiglie.
NUMERO CHIUSO Il 21 dicembre scorso, per accelerare le cremazioni delle salme in attesa, il Comune di Roma ha iniziato ad accettare un massimo di 200 nuove salme da cremare a settimana. Ma, fin dalla prima settimana, il limite viene raggiunto in un solo giorno: il lunedì. Il resto della settimana le salme vanno al deposito, tutte, tanto che in un mese i posti sono esauriti.
FUORI DAL COMUNE Quando possibile, si sceglie di aspettare uno o due giorni in più per celebrare il funerale di lunedì e sperare di arrivare tra i primi 200.
TROPPI DECESSI La causa dell’attesa è provocata dall’aumento dei decessi: Ama fa sapere che, da ottobre a dicembre 2020, ci sono stati 3.200 morti in più rispetto allo stesso periodo del 2019, con un picco di 4.000 decessi solo a novembre. Nei primi 20 giorni del 2021 l’aumento è già di 502 morti. I servizi cimiteriali assicurano che le liste di attesa sono state ridotte del 40%.
LA POLEMICA L’opposizione è sul piede di guerra: «I ritardi e i disagi da ottobre sono cresciuti in modo esponenziale – denuncia Davide Bordoni della Lega-Salvini Premier, vice presidente della commissione ambiente - a causa di carenze strutturali ed organizzative già presenti da tempo. A Roma si deve puntare all’implementazione dei forni e ad agevolare le cremazioni da eseguire fuori regione».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Gennaio 2021, 09:14
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