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Ieri però l’ennesimo blitz anticrimine che ha portato in manette 13 persone accusate di estorsione, intestazione fittizia di beni, aggravati dal metodo mafioso ed usura. L’applicazione del nuovo codice antimafia e delle misure di prevenzione ha permesso il sequestro di 14 ristoranti del centro storico e della zona intorno a San Pietro e di un appartamento ai Parioli. “Bombolone”, “Varsi Bistrot”, “Panico”, “La scuderia” e “Da Giovanni” alcuni dei locali finiti sotto amministrazione giudiziaria.
Nell’ordinanza di custodia cautelare che ha accompagnato in carcere otto degli indagati e cinque ai domiciliari, il giudice per le indagini preliminari Rosalba Liso ha evidenziato come in clan Moccia garantiva prestiti a Claudio D’Alessio, figlio del cantante Gigi. Nell’informativa dove il pubblico ministero Ilaria Calò ed i detective del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri hanno ricostruito anche l’avanzata criminale del sanguinoso clan originario di Afragola, emerge come i Moccia tenevano sotto strozzo almeno 3 persone, fra cui D’Alessio jr. Lo spessore criminale della famiglia campana legata al clan Senese, che nei primi anni ‘70 si stabilì tra Tor Bella Monaca ed il Tuscolano, era rafforzato dai rapporti che avevano con Domenico Pagnozzi (detto il “professore”) e Salvatore Zaza.
In manette sono finiti: Luigi, Angelo, Eleonora e Gennaro Moccia, Carminantonio Capasso, Francesco e Andrea Varsi, Mauro Esposito, Guido Gargiulo, Antonio Cosmini, Eugenio Cappellaro e Carmela De Luca.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Settembre 2020, 10:16
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