Estorsione a bar e ristoranti di Roma ma anche riciclaggio, in manette la gang dei colletti bianchi

Estorsione a bar e ristoranti di Roma ma anche riciclaggio, in manette la gang dei colletti bianchi

di Emilio Orlando
“Vuoi tenere aperto questo bar oppure no? Vuoi che torniamo domani mattina e ti mettiamo i sigilli?”. Era questo il tenore delle minacce ai baristi ed ad alcuni imprenditori del campo della ristorazione nella Capitale portate avanti dal gruppo criminale, di cui sembra facesse parte l’ex senatore Sergio De Gregorio. Estorsioni e riciclaggio di denaro a cui la Dda e la Squadra mobile della questura hanno messo la parola fine dopo tre anni di indagini. In manette sono finiti, oltre all’ex senatore di Forza Italia, anche Giuseppina De Iudicibus (commercialista già condannata per altri reati), Corrado Di Stefano, Antonio Fracella e Vito Frascella (militari in servizio nella Marina), Michela Miorelli, Pietro Schena e Michelina Vitucci (quest’ultima raggiunta dalla misura cautelare dell’obbligo di firma).

Locali e bar del quartiere Sallustiano, di Piazza Fiume e del quartiere Trieste e anche lo storico bar Euclide dei Parioli nel mirino degli estorsori che per ottenere denaro contante, utilizzavano personaggi legati a Giuseppe Salvatore, figlio del boss mafioso Totò. Attraverso un ingegnoso sistema di società di comodo create appositamente dalla commercialista del gruppo per eludere i controlli antiriciclaggio, facevano e ricevevano bonifici che mascheravano con le causali di finanziamento soci, per mascherare la natura illegale delle transazioni. La denuncia di un imprenditore, titolare del bar Enjoy di via Chiana (finito nella morsa dei malviventi) ha dato il via alla maxi inchiesta che ha accertato, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata giudice per le indagini preliminari Antonella Minunni, la “vastità del numero di vittime e la gravità della minacce grazie alle quali gli arrestati riuscivano a farsi consegnare ingenti somme di denaro”. 

Per convincere i titolari della aziende a pagare, gli accusati minacciavano addirittura di far intervenire fantomatici poliziotti amici e collusi per sequestrare le attività. L’operazione della polizia ha consentito di sequestrare somme per un totale di 500 mila euro, oltre a conti correnti bancari, quote societarie e locali commerciali. Nel descrivere il modus operandi di De Gregorio, un passato da giornalista d’assalto (fu lui a intervistare Tommaso Buscetta in crociera, nel 1995) il magistrato afferma: «Ha una caratura criminale e scaltrezza davvero eccezionale», è «punto di riferimento indiscusso» del gruppo criminale. Una sorta «di stratega, sempre pronto a “sistemare” le cose. È «recidivo - aggiunge il gip - avendo riportato, tra l’altro, condanne per corruzione in atto contrario ai doveri d’ufficio».



IL PROFILO DELL'EX SENATORE. Uomo dai mille volti, vicino alla tela dei servizi segreti (non solo italiani), giornalista fin da quando aveva 17 anni con gli inizi alla cronaca di Paese Sera a Napoli - dove è nato nel 1960, ex senatore de “Il Popolo della Libertà” dopo una militanza in “Italia dei Valori” di Antonio Di Pietro. Sergio De Gregorio venne inquisito per la cosiddetta “compravendita di Palazzo Madama” e condannato dopo che aver ammesso di essere stato corrotto con 3 milioni di euro per passare al centrodestra nel 2007. A febbraio del 2012 venne indagato per truffa e false fatturazioni nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti pubblici al quotidiano “L’Avanti!” insieme a Valter Lavitola. Da allora scomparve dai riflettori dei media. Ora si trova recluso nel penitenziaria di Regina Coeli, in attesta dell’interrogatorio di garanzia.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Giugno 2020, 08:31
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