Daniele Piervincenzi, il giornalista aggredito da Spada: "Non ci ferma un naso rotto"

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«Non è un naso rotto che ci può fermare», così Daniele Piervincenzi, reporter Rai di Nemo, colpito da Roberto Spada a Ostia mentre lavorava ad un servizio sulle elezioni





Piervincenzi è andato a viale Mazzini per incontrare il dg Mario Orfeo che voleva sincerarsi delle sue condizioni di salute. «Certo siamo scossi, sia io che Edoardo Anselmi - ha aggiunto -. Lui ha coraggiosamente difeso il girato della telecamera durante l'aggressione, gliene sono grato. Entrambi continueremo a fare il nostro lavoro con la stessa dedizione di prima», ha concluso entrando nella sede Rai.





PIERVINCENZI: "NON MI ASPETTAVO AGGRESSIONE, FIGLIO SPADA MAI VISTO" «Sono andato lì per fare delle domande banali: volevo capire perché in quel quartiere di Ostia, il più difficile, quello di piazza Gasparri, Casapound avesse preso il 18% dei voti. Un risultato incredibile. L'ho chiesto a Roberto Spada e inizialmente lui sembrava disponibile a un'intervista. L'aggressione è stata totalmente inaspettata». Così il reporter di 'Nemò Daniele Piervincenzi nel corso della trasmissione 'La vita in direttà, su Rai1, ricostruisce i momenti dell'aggressione subita martedì. Riferisce poi di non aver affatto spaventato il figlio di Spada, «non l'ho incontrato, ho visto solo dei pugili in lontananza» non essendo entrato in palestra. «Il vero coraggio in quei momenti è stato quello di Edoardo Anselmi, il film maker che ha riportato un trauma cranico per difendere la telecamera - sottolinea Piervincenzi - Ha preso tanti colpi al petto continuando a girare. Questo è il coraggio di chi crede in questo mestiere». «Non siamo stati aiutati non perché» le persone che erano lì «non volessero aiutarci, ma perché siamo stati aggrediti da persone note: hanno avuto paura», aggiunge Piervincenzi.

«Inizialmente volevamo raggiungere l'ospedale Grassi, poi non ce la siamo sentita.
Ostia è un territorio difficile, è disomogeneo. È un luogo particolare dove anime diverse convivono tra loro. Ci sono anime vere e l'intento del nostro servizio era proprio quello di raccontare l'Ostia vera», continua il reporter. Che non si aspettava, dice, «che a due passi da Roma ci fosse questa violenza, questo atteggiamento che ricorda vagamente la mafia». Federica Angeli, la giornalista sotto scorta per le sue inchieste su Mafia Capitale, «sono anni che è in prima linea, per noi più che un esempio, è un faro in questa zona grigia», dice infine Piervincenzi.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Novembre 2017, 19:32
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