Roberta Siragusa, il gip: «Forse il fidanzato aveva dei complici». Quel buco di 7 ore dopo l'omicidio

Roberta Siragusa, il gip: «Forse il fidanzato aveva dei complici». Quel buco di 7 ore dopo l'omicidio

Roberta Siragusa, continuano le indagini sull'omicidio della 17enne uccisa e gettata in un burrone nel palermitano: un delitto per cui è in carcere il giovane fidanzato Pietro Morreale, di 19 anni. Uno dei punti da chiarire nell'inchiesta che ha portato all'arresto del ragazzo - accusato di omicidio e occultamento di cadavere - è la presenza di presunti complici: chi ha aiutato Morreale dopo l'omicidio di Roberta?

Nel provvedimento del gip di Termini Imerese, che applica la custodia cautelare in carcere a Morreale, il gip scrive: «Non può peraltro escludersi che egli (Pietro Morreale) sia stato coadiuvato nell'azione successiva, relativa all'occultamento degli elementi di prova, che comunque è certo che sia stata agita (basti pensare alle chiavi di casa della ragazza e ad altro materiale rinvenuto combusto presso il campo sportivo di Caccamo)».

Un buco di sette ore dopo l'omicidio di Roberta

L'omicidio sarebbe stato commesso tra l'una e le due di notte e solo alle 9.29 Pietro Morreale e il padre Ivan si sono presentati in caserma. Sette ore circa sono trascorse e su questo lasso di tempo il giudice pone l'attenzione. «Alla luce dei molteplici elementi emersi non si può che concordare con l'organo dell'accusa relativamente alla sussistenza di un gravissimo quadro indiziario a carico di Pietro Morreale», scrive ancora il gip. «I comportamenti dell'indagato cozzano totalmente con le dichiarazioni spontanee con le quali» il giovane «ha declamato la propria innocenza: 'Non l'ho uccisa'.

E soprattutto ciò stride con il quadro gravemente indiziario fin qui emerso».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Gennaio 2021, 12:59
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