Riscaldamento in casa, dieci consigli di Enea per ottimizzare l'energia e risparmiare sul consumo

Riscaldamento in casa, dieci consigli di Enea per ottimizzare l'energia e risparmiare sul consumo
Anche se le temperature si stanno abbassando solo negli ultimi giorni, dal 1 novembre è possibile accendere i riscaldamenti domestici anche nella zona climatica D, che comprende i comuni di Roma, Ancona e Bari. Con l'arrivo dell'inverno, diventa essenziale ottimizzare i consumi, evitando di disperdere calore e ottenendo così benefici anche sotto il punto di vista economico.

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A tutela dell'ambiente e del risparmio in bolletta, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) propone 10 regole pratiche per scaldare al meglio le proprie abitazioni evitando sprechi e, in molti casi, una inutile sanzione.

Ecco quali sono:

1) Effettuare la manutenzione degli impianti. È la regola numero uno in termini di sicurezza, risparmio e attenzione all’ambiente. Infatti un impianto consuma e inquina meno quando è regolato correttamente, con filtri puliti e senza incrostazioni di calcare.

2) Controllare la temperatura degli ambienti. Avere in casa temperature estive nella stagione più fredda è uno spreco, inoltre l’aria calda e secca nuoce alla salute. La normativa prevede una temperatura fino a 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Ogni grado in più comporta consumi di energia significativi, con conseguente aggravio in bolletta.

3) Attenti alle ore di accensione. È inutile tenere acceso l’impianto termico di giorno e di notte. In un’abitazione efficiente, il calore che le strutture accumulano quando l’impianto è in funzione garantisce un sufficiente grado di confort anche nel periodo di spegnimento. Il tempo massimo di accensione giornaliero varia per legge a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia: da un massimo di 14 ore giornaliere per gli impianti in zona E (nord e zone montane) alle 8 ore della zona B (fasce costiere del Sud Italia).

4) Schermare le finestre durante la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.

5) Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni e non lasciare le finestre aperte a lungo. Collocare tende, mobili o schermi davanti ai termosifoni o usarli come stendibiancheria è fonte di sprechi in quanto ostacola la diffusione del calore. È invece opportuno, inserire un pannello riflettente tra parete e termosifone, specie nei casi in cui il calorifero è incassato nella parete riducendone spessore e grado di isolamento. Anche un semplice foglio di carta stagnola contribuisce a ridurre le dispersioni verso l’esterno. Inoltre, per rinnovare l’aria di una stanza è sufficiente tenere le finestre aperte pochi minuti, mentre lasciarle troppo a lungo comporta solo inutili dispersioni di calore.

6) Fare il check-up dell’immobile. La valutazione di un tecnico sul grado di efficienza di un immobile, effettuata tramite la diagnosi energetica o l’attestato di prestazione energetica (APE) consente di determinare gli interventi più convenienti per contenere consumi e costi. Il compenso per il tecnico è generalmente abbordabile e gli interventi sono ancora più convenienti grazie alle detrazioni fiscali (dal 50% all’85% in caso di sismabonus nei condomini) e agli incentivi a fondo perduto del “Conto termico”.  È detraibile perfino il costo della consulenza.

7) Impianti di riscaldamento innovativi. È sempre opportuno valutare la sostituzione della vecchia caldaia con nuovi generatori di calore dal rendimento più elevato. Anche per questo la normativa prevede che le nuove caldaie installate siano “a condensazione” o “a pompe di calore ad alta efficienza”. Sono disponibili anche caldaie alimentate a biomassa e sistemi ibridi (caldaia a condensazione e pompa di calore) abbinati a impianti solari termici per scaldare l’acqua e fotovoltaici per produrre energia elettrica. Anche per questi interventi è possibile usufruire degli sgravi fiscali.

8) Regolazione della temperatura e soluzioni tecnologiche innovative. È indispensabile dotare il proprio impianto di una centralina di regolazione automatica della temperatura che evita inutili picchi o sbalzi di potenza. La possibilità di programmazione oraria, giornaliera e settimanale garantisce un ulteriore risparmio energetico. Anche la domotica aiuta a risparmiare: cronotermostati, sensori di presenza e regolatori elettronici permettono di regolare anche a distanza, tramite telefono cellulare, la temperatura delle singole stanze e il tempo di accensione degli impianti di riscaldamento.

9) Utilizzare valvole termostatiche. Queste apparecchiature servono a regolare il flusso dell’acqua calda nei termosifoni e consentono di non superare, negli ambienti dove sono installate, la temperatura media dell’intero appartamento, specie nelle stanze esposte a Sud.

10) Contabilizzazione del calore. Consente di gestire in autonomia il riscaldamento del proprio appartamento e permette al singolo utente di risparmiare e di pagare solo in base al consumo effettivo. Per usufruirne è necessario installare dispositivi di misura del calore sui radiatori o nei tubi di collegamento dell’appartamento all’impianto di riscaldamento centralizzato e valvole termostatiche nei singoli radiatori. La legge ne ha reso obbligatoria l’installazione nei condomini e negli edifici polifunzionali riscaldati da impianto centralizzato.

Ecco invece le diverse aree climatiche in cui è suddivisa l'Italia, con i rispettivi periodi e orari in cui è possibile accendere i termosifoni:
Zona A: dal primo dicembre al 15 marzo. Massimo 6 ore al giorno
Zona B: dal primo dicembre al 31 marzo. Massimo 8 ore al giorno
Zona C: dal 15 novembre al 31 marzo. Massimo 10 ore al giorno
Zona D: dal primo novembre al 15 aprile: massimo 12 ore al giorno
Zona E: dal 15 ottobre al 15 aprile: massimo 14 ore al giorno
Zona F: nessuna limitazione.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Novembre 2019, 20:07
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