Coronavirus, Ricciardi: «Quarantena a 10 giorni possibile. Alcune Regioni non sono pronte, Covid hospital quasi pieni»

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Coronavirus, Walter Ricciardi fa il punto sulla preparazione dell'Italia di fronte alla seconda ondata. L'ex presidente dell'Iss, e attuale consulente del ministro Roberto Speranza, parte innanzitutto da una questione di carattere tecnico sulla quarantena: «Stiamo pensando di ridurla sulla base dell'evidenza scientifica e su quello che accade al momento, la quarantena secondo noi può essere ridotta da 14 a 10 giorni come fanno i tedeschi con un tampone invece che due. È qualcosa che stiamo consigliando e spero che il Governo prenda in considerazione».

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Intervenuto a SkyTg24, Walter Ricciardi esclude nuovi lockdown ma non nuove chiusure di alcune attività: «Stiamo pensando di evitare tutte le situazione che provocano assembramenti non giustificati. Non c'è nessuna ipotesi di chiusura di esercizi commerciali - avverte - si sta pensando a quali sono le attività che prevedono assembramenti ingiustificati che riguardano attività non primarie.

Sarà il Governo più a prendere la decisione più giusta».

Il consulente del Ministero della Salute parla poi della preparazione dell'Italia di fronte alla stagione autunnale e alla seconda ondata. Una preparazione tutt'altro che uniforme nel paese. «La rilassatezza dall'estate ha determinato un abbassamento della guardia. Alcune regioni sono preparate altre meno e quest'ultime non hanno aumentato la capacità di testing che si sta rivelando ora necessaria» - ribadisce ancora Walter Ricciardi, non nuovo a critiche verso alcune Regioni - «Andava rafforzato il sistema di testing come hanno fatto i tedeschi allargando anche ai privati. E poi i pronto soccorso: quando arriverà l'influenza e le persone chiameranno il Ssn, se non troveranno risposte andranno al pronto soccorso. Molte regioni non hanno creato i percorsi differenziati, così il rischio è che gli ospedali diventino luoghi di contagio. Siamo ancora in tempo per evitarlo».

Ci sono poi delle singole situazioni che preoccupano non poco Walter Ricciardi, come quelle di Lazio e Campania, dove al boom di nuovi casi è seguito anche l'aumento dei ricoveri. «Gli ospedali si stanno di nuovo riempiendo. Le strutture Covid in questo momento in Campania e nel Lazio sono quasi piene. Mi preoccupano non tanto le terapie intensive di cui si parla, ma le sub-intensive dove ci sono pazienti infettivi che devono essere curati in un certo modo. E i posti si stanno già saturando adesso figuriamoci quando arriverà l'influenza» - spiega Ricciardi - «Non siamo al collasso, ma in una situazione di grandissima pressione. Quando si abbasseranno le temperature e arriveranno i virus influenzali, ci saranno problemi perché dovremmo stare all'interno e le famiglie si contageranno».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Ottobre 2020, 11:54
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