Dal 1° gennaio 2022 si potrà sciare, ma solo con l’assicurazione, resa obbligatoria sulle piste dal Decreto legislativo numero 40 del 28 febbraio 2021, che introduce norme in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali. Una notizia passata in sordina, perché l’Italia era chiusa in un lunghissimo lockdown e gli impianti fermi con la malinconia di Alpi ed Appennini mai così bianchi.
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È da marzo 2019, infatti, che gli impianti hanno chiuso senza poter riaprire, poco meno di due anni. «Lo sciatore che utilizza le piste da sci alpino deve possedere un’assicurazione, che copra la propria responsabilità civile per danni o infortuni causati a terzi» si legge nell’articolo 30 del decreto, che precisa che il gestore delle aree sciabili (ad esclusione dello sci di fondo) possa proporre all’utente, oltre allo skipass anche la polizza assicurativa, che però si è liberi di acquistare in modo autonomo presso altre compagnie. Senza la copertura scatta la sanzione: da 100 a 150 euro e ritiro dello skipass in caso di accertamento delle forze dell’ordine.
La notizia potrebbe non essere accolta con piacere a causa di nuovi costi che gravano su uno sport non proprio low-cost.
Ma nel decreto ci sono altre novità importanti. L’obbligo del casco esteso agli under 18 anche su slittino ed il divieto di sciare in stato di ebbrezza in conseguenza di uso di alcol e droga. La verifica sarà la stessa prevista dal codice della strada, così come le quantità tollerate: limite di 0,5 grammi/litro di alcol nel sangue. Bombardino e birra, dunque, meglio a fine sciata. «È paradossale che non si possa bere una birra, ma a valle e tolti gli sci posso farlo prima di mettermi in auto. Attendiamo un chiarimento, altrimenti l’occupazione nei bar e rifugi sarebbe a rischio».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Novembre 2021, 07:38
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