Cannabis, il referendum è inammissibile. Amato: «Riferimenti a droghe pesanti, avremmo violato obblighi internazionali»

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Il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis è stato dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzionale. Lo ha detto in conferenza stampa il presidente della Consulta, l'ex premier Giuliano Amato, che ha spiegato le decisioni, arrivate ieri e oggi, sull'eutanasia, sulla giustizia e appunto sulla cannabis.

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Nel quesito referendario sulla cannabis si chiedeva di cancellare le pene per chi coltiva cannabis (carcere da 2 a 6 anni e multa da 26mila a 260mila euro) e la sanzione amministrativa della sospensione della patente«Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti.

E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali», ha spiegato Amato. 

Magi (Più Europa): decisione incredibile

«È incredibile questa decisione della corte costituzionale dopo che il referendum è stato sottoscritto da 600mila cittadini. Dopo la decisione sull'eutanasia di ieri possiamo dire che in questo paese è impossibile promuovere dei referendum. La corte costituzionale ha fatto quello che il presidente Amato ha detto pochi giorni fa che non andava fatto, cioè cercare il pelo nell'uovo», il commento di Riccardo Magi, deputato e presidente di Più Europa, davanti alla Consulta.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Febbraio 2022, 08:58
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