Reddito di cittadinanza ai condannati per mafia: scoperti 145 boss che percepivano il sussidio

Reddito di cittadinanza ai condannati per mafia: scoperti 145 boss che percepivano il sussidio

I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno individuato 145 persone con precedenti condanne per mafia che percepivano il reddito di cittadinanza pur non avendone diritto.

Sono state denunciate con l'accusa di dichiarazioni mendaci volte all'ottenimento del reddito di cittadinanza e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Avviata la procedura per la revoca del sussidio e il recupero del beneficio economico.

Nell'elenco dei 145 indagati per truffa per aver percepito il reddito di cittadinanza ci sono anche esponenti mafiosi di primo piano. Tra quanti hanno nascosto le condanne per percepire il sussidio dallo Stato figura anche Antonino Lauricella, boss della Kalsa detto «U Scintilluni», che ha ricevuto un sussidio di oltre 7 mila euro.

L'elenco è davvero lungo, tra nomi noti e meno noti alle cronache. Come Maria Vitale, figlia del capomafia di Partinico, Leonardo.

La donna era la «postina», condannata per mafia quando si è scoperto che portava gli ordini del padre fuori dal carcere. O come Bartolo Genova, che è stato reggente del mandamento di Resutanna, e ancora Alessandro Brigati, anche lui ritenuto vicino ai Vitale di Partinico, e Domenico Caviglia, esattore del pizzo agli ordini di Salvatore Lo Piccolo, capomafia di San Lorenzo.


Ultimo aggiornamento: Sabato 20 Febbraio 2021, 09:10
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