Violenza in villa, preso anche il capo banda rumeno: tradito dall'orologio rubato

Video
È stato preso dalla Polizia il quarto appartenente alla banda che ha aggredito nella loro villa a Lanciano, in provincia di Chieti, i coniugi Martelli. L'uomo, un romeno, è stato arrestato dagli uomini dello Sco e della squadra mobile a Caserta. Si chiama Alexander Bogadan Coltenau, e ha 26 anni.

Il quarto uomo della banda si è tradito quando ha tentato di vendere uno degli orologi che aveva rubato nella villa dei coniugi Martelli. L'uomo, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, avrebbe infatti tentato di entrare in contatto con alcuni circuiti di ricettatori, nella speranza di piazzare l'orologio e ottenere del denaro per proseguire la fuga. Una mossa che ha però permesso agli investigatori di rintracciarlo nella zona di Caserta, dove poi è stato arrestato.

È stato l'incrocio di due indagini parallele, condotte dal Reparto operativo dei carabinieri da un lato e da Squadra mobile e Sco dall'altro a condurre gli investigatori su quella che considerano la pista giusta. Tre ragazzi, tutti di nazionalità rumena, sono stati fermati ieri notte alle porte di Lanciano dopo un incidente stradale, e l'ipotesi, basata su alcune intercettazioni ambientali, è che del gruppo facesse parte anche una donna.
 


A incastrarli sono almeno quattro elementi forti: le tracce di sangue sui giubbotti e sulle scarpe, 3.400 euro nascosti nella macchina assieme ai vestiti pronti per una rapida fuga, il gps dell'auto compatibile con uno presente vicino a casa dei Martelli nella notte della rapina e infine le immagini delle telecamere dei bancomat che li riprendono in volto.

Rapina in villa, catturati tre rumeni ancora in fuga il capobanda italiano

IDENTITÀ
Sono tutti giovanissimi: Costantin Aurel Turlica, 22enne, suo fratello Cosimin Ion, 20anni e il loro cugino, Ruset Aurel, 25 enne. Ad organizzare il colpo, il più grande dei tre, A. C. ventisei anni, un biondino ben vestito.
Era da qualche giorno che l'operazione congiunta di Carabinieri e Polizia stava incrociando gli elementi raccolti su rapine e furti degli ultimi mesi. Il gruppo ora arrestato per aver aggredito i coniugi Martelli, massacrando di botte lui e amputando l'orecchio a lei per 1800 euro di bottino, è lo stesso su cui si lavorava da tempo perché considerato responsabile di assalti a bancomat e distributori di benzina della zona con l'uso di esplosivo. Una tecnica, incrociata con l'efferatezza della rapina, che fa pensare a ladri formati nell'est Europa. Proprio l'altra notte, quando il gruppo viene trovato nell'appartamento di via Roma, gli investigatori decidono di piazzare una cimice nella macchina e di mettersi in ascolto. Non si accorgono subito del tentativo di fuga, che avviene a notte inoltrata. Poco fuori Lanciano, a contrada Costa di Chieti, la golf scura sbanda contro il guardrail. È una pattuglia della stradale a fermare i tre ragazzi, non è chiaro se il quarto e forse la donna, siano fuggiti dalla macchina. I più giovani non si oppongono all'arresto, sarà il loro avvocato, Domenico Russo, a dire che si proclamano innocenti, ma non sanno spiegare perché ci siano tracce di sangue sui loro giubbotti, sulle scarpe e che ci facessero con soldi e vestiti.
Finiscono al commissariato di Lanciano, mentre l'appartamento di via Roma viene perquisito e sottoposto alle analisi della polizia scientifica per il dna: spazzolini da denti, cicche di sigarette e 2 gratta e vinci.

ELEMENTI
L'interrogatorio si farà tra oggi e domani, ma gli elementi a carico sono parecchi anche perché l'automobile usata per la fuga in passato sarebbe stata usata per altri furti nella zona di Francavilla a Mare. La procura di Lanciano parla di «gravi e concordanti indizi di colpevolezza». L'unica cosa che i tre hanno raccontato, per ora informalmente, è che nella zona di Lanciano vive solo Aurel, il più grande: il fratello sta a Padova, il cugino a Parigi. Se così fosse davvero, il colpo sarebbe stato preparato sulla base delle informazioni fornite da un basista, forse proprio una donna (l'intercettazione ambientale in auto ha registrato un singhiozzo che sembra femminile). Il capo del gruppo sarebbe però il ragazzo in fuga, con precedenti specifici, che sapeva dove voleva colpire e non aveva paura di usare metodi violenti. Contro le cose, come sarebbe capitato con i bancomat, e contro i signori Martelli. «La notizia degli arresti mi rende più sereno e mi restituisce una maggiore tranquillità. Adesso desidero recuperare al più presto la normalità della mia vita e la dimensione di riservatezza che l'ha sempre caratterizzata» ha commentato Carlo Martelli, dimesso dall'ospedale. La moglie, Niva Balzan, ribadisce che li perdona, «ma lo stato non li deve perdonare». A Lanciano sono arrivati i complimenti di Matteo Salvini: «Queste bestie devono marcire in galera! #tolleranzazero».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Settembre 2018, 09:29
© RIPRODUZIONE RISERVATA