Marco Presta: «Dai muri filtrano sussurri, viviamo in una comune»

Marco Presta: «Dai muri filtrano sussurri, viviamo in una comune»

di Marco Presta
Dietro ai termini inglesi che fanno parte del nostro lessico, mi sembra che si nascondano spesso delle belle fregature: pensate ad esempio alle parole “spread”, “devolution” e “exit poll”. Questa sensazione è confermata da “lockdown” e “privacy”, i due vocaboli del momento. Stando tutti ai domiciliari da settimane, ci siamo resi conto di quanto la Privacy sia solo una pia illusione. I nostri condomini, infatti, farciti d’inquilini 24 ore su 24, rappresentano la fine di ogni speranza d’intimità domestica.

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Dai muri, filtra tutto: uno sciacquone improvviso ci tranquillizza sulla regolare attività intestinale del pensionato del piano di sopra, mentre le terribili cazziate che la signora del piano di sotto fa al marito ci lasciano intendere con chiarezza chi comandi in quella casa. 
Ma c’è di più. Ci siamo trasformati tutti in Influencer (termine – ahimè - quanto mai appropriato in tempi di coronavirus). Grazie ai social, possiamo entrare nei soggiorni e nelle camere da letto di chiunque, guardare tende che avrebbero bisogno di essere lavate, nonni sgomenti che passano in pigiama e carte da parati che invocano un tappezziere. E’ una sensazione inquietante: gli Italiani ormai vivono in un’unica, enorme casa collettiva, come quella del GF. 


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Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Aprile 2020, 10:24
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