Venezia, insulti e sputi sul treno a una 19enne cinese: «Torna a casa tua»

«Sei cinese, tornatene a casa tua»: insulti e sputi sul treno a una 19enne

di Davide Tamiello
Valentina è un’italiana con gli occhi a mandorla, punto. Si possono trovare mille sfumature o accezioni, ma questa è l’unica verità che conta. Quella sancita un anno fa dal sindaco della sua cittadina, Badia Polesine, in provincia di Rovigo, quando le ha conferito la cittadinanza al compimento del suo diciottesimo anno. Poi ci sono le origini, cinesi. Sono la sua storia, il suo Dna, e lei ne va giustamente fiera. Per quelle origini, però, si è sempre dovuta scontrare con frecciatine e battutine, quell’ironia di basso rango che sempre più spesso ha alle spalle l’ombra (decisamente poco divertente) del razzismo. Ieri quelle battute hanno superato il limite. A raccontarlo è lei stessa, in un lungo post su Facebook, virale in pochi minuti e diventato un caso sottolineato e condannato da gruppi politici e partiti di centrosinistra. 

L’EPISODIO
La ragazza, che ha diciannove anni e studia all’università Ca’ Foscari di Venezia, si trova in stazione a Mestre. Sta aspettando il treno per tornare a casa, e al binario incrocia un gruppo di ragazzini che comincia a insultarla. «Prova a pronunciare la “R”, tanto non ci riesci, incapace». Fin qui, nulla di eccessivo. Teppisti maleducati, ma nulla a cui la giovane non sia abituata. «Ho provato a ignorare - non è la prima volta che succede nella mia vita, sono solo dei ragazzini. In treno però, passato il controllore, hanno iniziato ad esagerare, facendomi versi razzisti e sessisti, al che non ho più tollerato e ho iniziato a rispondere a tono. Questi, probabilmente molto frustrati, hanno iniziato a insultarmi». È qui che il livello delle offese trascende ogni criterio di decenza: «M. torna al tuo paese» è l’unico vagamente riferibile. Finita qui? Solo per un po’. Perché quel gruppetto di imbecilli decide di concludere in bellezza, con il più vigliacco degli epiloghi. Alzandosi per scendere a Padova, prima di lei quindi, la ricoprono di sputi per poi salutarla con il dito medio uscendo dalla carrozza. «Quando ero piccola ero spesso vittima di razzismo, ma ho sempre provato a giustificare quei casi dicendomi che probabilmente l’Italia non era ancora abituata al multiculturalismo. C’erano sempre dei ragazzi che per strada mi urlavano “mangiariso” o addirittura “cinese”, perché come ben sappiamo essere cinesi deve essere vergognoso. Oggi (ieri, ndr) invece ho avuto la prova che il razzismo esiste ancora, soprattutto tra i ragazzini. Non so cosa dire, sono avvilita, soprattutto perché forse non si potrà fare nulla».

SOLIDARIETÀ 
«Valentina è una ragazza in gamba, molto brava nello studio - commenta dispiaciuto il sindaco di Badia Polesine, Giovanni Rossi - e la sua famiglia è molto ben inserita nella nostra comunità». Allegata al post, la foto degli sputi. Ciò che non si aspettava Valentina, probabilmente, era di scatenare un vero terremoto con quelle poche righe scritte di getto e affidate alla sua bacheca Facebook. La storia è stata ripresa dal Partito democratico nazionale, e in particolare dal coordinatore di Futura, Marco Furfaro. «Noi capiamo Valentina. - scrive - Le aggressioni razziste questo fanno sentire dentro: impotenza. Ci fanno sentire avviliti. Ma per questa stessa ragione adesso noi denunciamo il fatto. Per questa stessa ragione ci mettiamo dalla parte di Valentina. Perché né lei né nessun’altra vittima di razzismo debba più sentirsi avvilita, impotente». Articolo Uno, Forum Donne Veneto, decine di altre pagine Facebook: tutti allineati e schierati in difesa della 19enne di Badia Polesine. In poche ore, migliaia e migliaia di condivisioni. A questo punto, spetterà alla ragazza la decisione più importante: se, cioè, oltre che rendere pubblica la cosa, sporgere denuncia formale alle autorità.
Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Gennaio 2020, 14:23
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