Elezione capo dello Stato, il centrodestra cala le carte “papabili” ma la trattativa è ancora in alto mare

IL centrosinistra boccia gli avversari: "Non condividiamo". Le opzioni sul tavolo

Elezione capo dello Stato, il centrodestra cala le carte “papabili” ma la trattativa è ancora in alto mare

di Alessandra Severini

Ancora una giornata di incontri fra i leader di partito alla ricerca di un’intesa sul nome del nuovo presidente della Repubblica. Dal vertice di centrodestra è uscita una terna di nomi: l’ex sindaco di Milano Letizia Moratti, l’ex presidente del Senato Marcello Pera, l’ex magistrato Carlo Nordio, noto soprattutto per le sue inchieste sulle coop rosse. Il centrosinistra però li ha boccia tutti e tre: «Non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi quella larga condivisione necessaria in questo momento» è la nota congiunta di Pd, Leu e M5S.

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In questa fase le “rose di nomi” valgono quello che valgono: l’impressione è che si tratti ancora di mosse per prendere tempo mentre si è alla ricerca spasmodica di un accordo su un nome vero. La coalizione Lega-FI-FdI sembra in realtà preservare e tenere al riparo il nome di Elisabetta Casellati. Ma è difficile che il centrosinistra accetti di votare uno dei nomi indicati, compresa la presidente del Senato. Ieri anche Pd-Leu e M5s si sono riuniti ma non hanno proposto alcuna rosa di nomi. Potrebbero farlo oggi, anche se dicono in coro i tre leader «non vogliamo una guerra delle due rose». Fra i nomi che il centrosinistra potrebbe fare ci sono quelli dell’ex ministra Paola Severino e del fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi.

Rimane alla finestra Franco Frattini che però non convince né Enrico Letta né Matteo Renzi che lo considerano troppo vicino alla Russia in un momento così delicato in cui spirano venti di guerra sull’Ucraina. Più chance potrebbe avere la candidatura di Pier Ferdinando Casini che ieri scherzava su Instagram pubblicando una foto da giovanissimo sul palco di un comizio dei Giovani Democratici cristiani: «La passione politica è la mia vita». È sembrato a tutti un messaggio di disponibilità e le possibilità dell’ex presidente della Camera potrebbero salire nelle prossime ore.

Tutti i leader a parole hanno fretta e intenzione di chiudere la partita fra domani e venerdì. «Chiudiamoci in una stanza e buttiamo la chiave» esorta Letta. L’incontro decisivo potrebbe svolgersi stasera anche se nel Pd si sospetta che Salvini sia tentato di forzare la mano sul nome della Casellati nella quarta votazione. Se sul nome della presidente del Senato dovessero convergere anche i voti di una parte dei 5 stelle, però, non solo la coalizione di centrosinistra, ma anche l’alleanza di governo finirebbe in pezzi. Certo, se proprio l’intesa dovesse evaporare c’è sempre il nome di Mario Draghi che rimane sullo sfondo. Conte e Salvini hanno alzato un muro contro l’ipotesi di un suo passaggio al Colle. Ma c’è chi prevede che alla fine l’unica strada rimarrà quella. Come Umberto Bossi, convinto che alla fine la spunterà Draghi con Giorgetti premier.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Gennaio 2022, 07:36
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