Mini quarantena? Meglio un lockdown per i non vaccinati. A dirlo è il presidente nazionale dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac), Alessandro Vergallo, che all'Adnkronos Salute commenta l'ipotesi che domani il Cts decida per una riduzione della quarantena per i vaccinati che hanno avuto un contatto con un positivo. «Sotto il profilo sanitario, l'abbiamo visto in Germania, è più efficace un lockdown per i non vaccinati che andare a ridurre la quarantena per i contatti di un positivo. Ma sono scelte che deve fare la politica, tenendo conto anche di un equilibrio con le attività economiche e sociali del Paese».
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«Tra 3-4 settimane terapie intensive piene»
«Abbiamo ancora 3-4 settimane prima che le terapie intensive arrivino a riempirsi. È il tempo che passa tra un contagio, la progressione della malattia severa, il ricovero e poi la terapia intensiva. A metà gennaio potremmo avere i posti letto di rianimazione Covid totalmente occupati.
Sta cambiando l'identikit di chi arriva in terapia intensiva? «Abbiamo sempre il 75-80% dei pazienti che è non vaccinato - risponde Vergallo - C'è uno zoccolo duro che manifesta incrollabili certezze anche davanti al rischio di non uscire dalla terapia intensiva, poi c'è anche chi alla fine capisce che ha sbagliato a non vaccinarsi». Ad allarmare gli anestesisti è anche l'assistenza no-Covid che oggi «sta soffrendo molto», rimarca Vergallo: «Non dimentichiamo che quanto più l'ospedale soffre per la pressione dei pazienti Covid, tanto più subisce un contraccolpo la capacità di erogare l'assistenza e le cure ai pazienti non Covid».
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Dicembre 2021, 10:30
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