Quarantena, ora il governo pensa a nuove regole. Figliuolo: «Ne ho parlato con Speranza, scienziati a lavoro»

Quarantena, ora il governo pensa a nuove regole. Figliuolo: «Ne ho parlato con Speranza, scienziati a lavoro»

Il dibattito è quanto mai vivo: è giusto rivedere il sistema delle quarantene per i contatti dei positivi, almeno quando vaccinati? Dopo le parole degli esperti e di alcuni esponenti politici - tra cui il governatore del Veneto Luca Zaia e l'ex premier Matteo Renzi - anche dal commissario Francesco Paolo Figliuolo arriva un'apertura sul tema. Negli ultimi giorni infatti sono tantissime le persone finite in isolamento per contatti con i positivi, un numero in crescita esponenziale considerando i dati in crescita di questa settimana (due giorni fa i nuovi casi erano quasi 55mila).

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Per questo motivo anche al governo si riflette sulla possibilità di cambiare le regole. «La riflessione sul numero di persone in quarantena l'abbiamo fatta questa mattina col ministro Speranza. Gli scienziati stanno studiando con l'Istituto Superiore di Sanità», ha detto Figliuolo, commissario straordinario per l'emergenza Covid, a proposito dell'elevato numero di persone in quarantena. «Adesso le quarantene sono diverse per i vaccinati e i non vaccinati - aggiunge a margine della visita all'hub vaccinale pediatrico allestito a Torino dalla Compagnia di Sanpaolo - si sta studiando cosa mettere in campo». 

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Gimbe: quarantena ridotta per chi ha terza dose

Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, torna a chiedere la revisione delle quarantene. «Omicron è una variante molta contagiose. Ogni positivo - ha detto a Radio Cusano Campus - può aver avuto, di media, dai 5 ai 10 contatti. Se dovessimo avere un milione di positivi vuol dire che potrebbero esserci dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile. Chi ha fatto il vaccino con la terza dose è più difficile si contagi e quindi bisognerebbe rivedere le regole per questa categoria. La persona vaccinata anche con terza dose deve vedere la sua quarantena ridotta».

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«Il Paese è ingessato nel vedere la pandemia come un anno fa, mentre c'è bisogno di un aggiornamento e di ascoltare i medici che lavorano nei reparti Covid e che vi assicurano su come la malattia, nei vaccinati, è ben diversa. Il rischio è di vedere tra 20 giorni l'Italia bloccata per le quarantene e gli isolamenti». Lo dice all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all'ospedale Policlinico San Martino di Genova.

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«Le mie proposte - precisa - sono da infettivologo e guardano a quello che accadrà tra qualche settimana. Se decidiamo di mettere in quarantena come stiamo facendo tutti i contatti dei positivi, considerando una media tra i 5 e i 10 contatti per ogni positivo (tra parenti e contatti sul posto di lavoro), il rischio è di avere un milione di persone al giorno tra positivi e chi deve andare in isolamento perché in contatto - calcola Bassetti - In pochi giorni arriveremo a 10 milioni di persone in quarantena, possiamo permettercelo? Io direi di no. Serve mettere in isolamento così tante persone per dei positivi che nel caso dei vaccinati hanno al massimo un'influenza? Dobbiamo iniziare a cambiare il nostro modo di affrontare il Covid sulla base del fatto che per i vaccinati la malattia è diversa ed è attenuata».

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Bassetti si scaglia anche contro i test antigenici rapidi che stanno causando lunghe code fuori dalla farmacie. «Dobbiamo mettere uno stop ai tamponi - afferma - Stanno diventando un esercizio sbagliato, che fa una fotografia errata del nostro Paese e ci porta a dire che siamo uno dei Paesi che sta messo peggio al mondo. E non è così - rimarca l'esperto - Il tampone dovrebbe diventare uno strumento che solo il medico può prescrivere solo se ci sono i sintomi della malattia.

La gente invece corre a fare tampone per fare il Capodanno tranquillo, ma non sa che ci possono essere dei falsi negativi. Abbiamo dato troppo valore al tampone, soprattutto agli antigenici che si fanno in farmacia».

Gismondo: cambiare quarantene, o la società chiude

«Oggi», con Omicron che corre e i contagi Covid che si moltiplicano, «avere in quarantena tutti i contatti» delle persone positive «significa veramente chiudere la società e il mondo lavorativo. Non credo che possiamo permettercelo», ammonisce la microbiologa Maria Rita Gismondo, convinta che sia «necessario rivedere i protocolli come stanno facendo per esempio in Sudafrica». È tanto più necessario anche pensando che, a un anno dalla prima vaccinazione nel V-Day del 27 dicembre 2020, «la situazione attuale è assolutamente diversa da quella che abbiamo vissuto negli ultimi 2 anni», sottolinea all'Adnkronos Salute la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. «Peraltro - aggiunge - finalmente il virus si sta mostrando sempre più in una patologia molto attenuata, se non addirittura asintomatica».

Lopalco: riscrivere regole tracciamento

«Le regole del tracciamento e della quarantena vanno subito riscritte». Non ha dubbi in merito l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, che propone «in questa fase» della pandemia di Covid-19 di «dare la priorità per l'accertamento con il tampone ai sintomatici, in modo da avviare precocemente il trattamento in caso di positività. Ai contatti asintomatici vaccinati», la proposta dell'esperto è di «prescrivere semplici regole di precauzione per evitare che entrino in contatto stretto con soggetti fragili (il corretto uso della mascherina potrebbe bastare). Ai contatti non vaccinati», invece, «isolamento per 21 giorni senza tampone di conferma».

Una 'ricettà che «ovviamente sarebbe efficace se si applicasse seriamente la politica del Green pass rafforzato in ogni luogo, in modo da limitare a priori i contatti sociali di chi non è vaccinato». Lo scienziato, ex assessore alla Sanità della Regione Puglia, spiega la sua idea in un post su Facebook netto fin dal titolo: «Delta o Omicron per me pari non sono». Adesso «arriva Omicron con il suo carico di problemi», scrive. Ma «dobbiamo affrontare questo nuovo ceppo con le stesse regole con cui abbiamo affrontato le precedenti varianti? Sarebbe un errore», avverte Lopalco.

«L'arrivo di Omicron credo debba imporre nuove regole di ingaggio - precisa - perché la situazione pandemica è completamente diversa. La stragrande maggioranza della popolazione è vaccinata e questo fa la differenza». Se «prima della campagna vaccinale tentare di bloccare le catene di contagio era l'unico modo che avevamo per impedire l'intasamento del servizio sanitario», oggi, «con una variante che sciama anche fra gli immunizzati, dovremmo invece concentrarci per proteggere coloro che da una infezione posso avere un danno importante, non solo un tampone positivo. Questi sono gli anziani e i fragili, che anche se vaccinati possono non essere sufficientemente protetti e, ahimè, chi non si è vaccinato per scelta».

Zaia e Renzi: cambiare quarantena per i vaccinati

«È ragionevole cominciare a fare una riflessione sulla quarantena per il vaccinato: va rivista». Lo ha affermato il Presidente del Veneto Luca Zaia, in riferimento, in particolare alla quarantena prevista per chi ha fatto la terza dose «uguale a quella degli altri». In un video su Facebook anche Matteo Renzi affronta il tema: «Vado un pò controcorrente, io la penso come Bassetti. Perchè il virus è cambiato, non è più aggressivo come prima, è più contagioso ma meno aggressivo. Grazie a cosa? Innanzitutto ai vaccini. E allora cambiamo le regole: non teniamo le regole che andavano bene fino a un anno e mezzo fa», argomenta il leader Iv. «Prima regola: se sei vaccinato non vai in quarantena in caso di contatto con un positivo. Seconda regola: acceleriamo sui vaccini, anche sulle terze dosi, anche senza prenotazioni. Terza regola: se ci sono restrizioni, facciamole solo per i no vax, perchè non è giusto che i vaccinati paghino il conto delle scelte dei no vax».


Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Dicembre 2021, 14:38
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