«Ha preso solo una botta, vada a casa», invece è una frattura. Diagnosi sbagliata al Pronto Soccorso

Nessuna lastra e "liquidata" con antidolorifici. Il dolore non passava: era rotto il capitello radiale

«Ha preso solo una botta, vada a casa»: la diagnosi sbagliata al Pronto Soccorso, cosa è successo

di Loris Del Frate

«Ha solo una botta al gomito. Vada a casa e per cinque giorni si prenda un antidolorifico». È stata “liquidata” così l’altra sera D.V. una pordenonese che si è presentata al pronto soccorso dell'ospedale di Pordenone. La donna era caduta in casa e aveva sbattuto violentemente il gomito a terra. Visto che il dolore non passava aveva deciso di andare a farsi vedere al pronto soccorso. «Alla fine della visita - racconta - ero rassicurata, anche se il gomito continuava a farmi molto male. Per la verità mi era rimasto un dubbio visto che la dottoressa che mi ha visitata non mi ha fatto fare neppure un lastra, escludendo subito una possibile frattura». Tutto bene quello che finisce bene e per una volta anche senza una lunghissima attesa? Neppure per sogno visto che gli antidolorifici non facevano alcun effetto. Perché? Perché non era una forte botta al gomito, ma una frattura vera e propria: si era rotto il capitello radiale, l’osso che consente l’articolazione del gomito.


LA SCOPERTA
Ma D.V. di avere una frattura lo ha scoperto solo alcuni giorni dopo visto che il gomito continuava a farle un dolore cane ad ogni piccolo movimento. «Visto che il male non passava con alcun antidolorifico - va avanti nel racconto - e in considerazione del fatto che il mio medico di medicina generale era in ferie, ho deciso di attivarmi per fare una ecografia e radiografia a pagamento. La sorpresa è stata grande quando ho letto sul referto: frattura del capitello radiale». A quel punto non se l’è sentita di tornare al pronto soccorso di Pordenone. «Sono andata in quello di San Vito al Tagliamento dove, dopo aver visto la lastra e aver fatto una visita ortopedica mi viene confermata la frattura e vengo ingessata. Struttura da encomio! Mi hanno addirittura contattato loro per fissare un appuntamento per togliere il gesso.

Avrei dovuto, invece, chiamarli io». Ma nel mirino torna l’ospedale di Pordenone. «Quello che però non mi spiego - va avanti - è come un medico al pronto soccorso, dopo una visita veloce che definirei sommaria, senza nessuna radiografia né una ecografia, mi dimette con la sicurezza che non ho nulla di rotto e mi prescrive antidolorifici per cinque giorni e poi mi consiglia in seguito una ecografia muscolo - tendinea. Ha la vista a raggi X?».


LA DISAVVENTURA
«La sera che sono andata al pronto soccorso c’erano una quindicina di persone in attesa. Mi ero già messa il cuore in pace, pensando, infatti, che sarei rimasta da aspettare parecchie ore. Invece, una volta entrata nel triage ed avendo avuto un codice verde, dopo un’ora al massimo sono stata chiamata all’interno. Resta il fatto - va avanti - che secondo quel medico io non avrei avuto nessuna frattura, ma non mi era stato fatto alcun accertamento approfondito. Devo anche dire che quando sono arrivata ho suonato a lungo il campanello per entrare al pronto soccorso, ma non mi rispondeva nessuno. Per fortuna mi hanno vista due operatori della Cri che mi hanno aperto la porta, altrimenti sarei ancora li a suonare. Cose da Terzo mondo».


LA SITUAZIONE
«Quello che è accaduto a me - continua D.V. - è l’ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, della situazione a dir poco disastrosa del pronto soccorso dell’ospedale di Pordenone». Non a caso da parecchio tempo oltre ad un afflusso esagerato di persone, la carenza di medici e infermieri costringe a lunghe attese e - come in questo caso - anche a rischi per i pazienti». Una situazione alla quale la direzione dell’Asfo dovrà mettere mano il prima possibile per dare risposte ai pazienti in tempi decorosi».


Ultimo aggiornamento: Sabato 7 Gennaio 2023, 07:35
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