Dopo il gay pride, la 'processione di riparazione': in 300 in strada a Reggio Emilia

Dopo il gay pride, la 'processione di riparazione': in 300 in strada a Reggio Emilia

Dopo la tappa Bolognese della manifestazione a favore della comunità LGBTQ+, la Chiesa ha ritenuto corretto svolgere una processione di riparazione contro il Gay Pride, tenutasi il 2 luglio per le strade di Reggio Emilia.

In 300 hanno partecipato alla manifestazione, accompagnati da diversi sacerdoti e guidati da don Daniele Di Sorco, parroco dagli ideali tradizionalistici, cresciuto nelle fila dei Francescani dell'Immacolata e ordinato dai Lefebvriani nel 2019. Muniti di rosario e libri di preghiere sono scesi tra le vie della città sostenendo che manifestazioni come quelle del Gay Pride incarnano l'idea di "blasfemia anti-cattolica". 

Evento organizzato e fortemente voluto da "Beata Giovanna Scopelli", figura non nuova in questo tipo di iniziative, che raccoglie i conservatori cattolici di ferro. Per i partecipanti alla processione era stato indicato nell'invito un preciso dress code: "I reverendi sacerdoti sono pregati di presentarsi in talare nera, cotta e berretta, senza stola." e non mancavano di certo le direttive anche per i fedeli "è raccomandato un abbigliamento consono all'atto liturgico".

Tra i sostenitori della processione, Monsignor Carlo Maria Viganò, ex Nunzio apostolico negli Stati Uniti d'America e nemico numero uno di Papa Bergoglio. 

Durante l'evento ha preso parola il sacerdote don Di Sorco spiegando l'obiettivo della processione: "Riparare è l'atto di chi ama Gesù, l'atto omossessuale è un peccato, lo dice la Sacra Scrittura" continua il parroco "..diciamo 'No' alle adozioni per le unioni civili". 

Il comitato, nell'invito alla partecipazione, ha sottolineato: "Esortiamo tutti ad evitare bandiere, striscioni e tutto ciò che può stonare con il raccoglimento e la preghiera", infatti prima di dare il via alla sfilata, alcuni manifestanti a favore della comunità LGBTQ presenti all'evento - con striscioni e segni arcobaleno tatuati sul corpo - sono stati allontanati per evitare provocazioni, cosicché i fedeli avrebbero potuto concentrarsi esclusivamente sulla preghiera e sulla "riparazione". 


Ultimo aggiornamento: Domenica 3 Luglio 2022, 19:29
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