L'onda Pride arriva in tutta Italia, domani in piazza: «Il ddl Zan lo vogliamo così, pretendiamo uno stato laico»

L'onda Pride arriva in tutta Italia: «Il ddl Zan lo vogliamo così, pretendiamo uno stato laico»

Sabato 26 giugno ad Ancona, l'Aquila, Faenza, Martina Franca, Milano e Roma arriverà la cosiddetta 'onda pride'. Nelle sei piazze il movimento Lgbti (Lesbico, Gay, Bisessuale, Transessuale, Intersessuale) ha organizzato altrettanti Pride che quest'anno, ancora più che in passato, rivestono un significato politico: riaffermare che sul ddl Zan non si arretra e non verrà accettato alcun compromesso: «lo vogliamo così come è».

Lo stesso deputato Alessandro Zan, relatore dell'omonimo disegno di legge, approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati, ed esponente della comunità Lgbti sarà in piazza a Milano. Prenderà la parola domani all'Arco della Pace dove ci sarà l'evento conclusivo della Milano Pride Week: in mattinata andrà a un evento del Pd per poi partecipare nel pomeriggio alla chiusura del pride che, anche senza la consueta parade, secondo le previsioni sarà molto partecipato.

Alle 16.30 salirà sul palco sindaco Giuseppe Sala che oggi ha inaugurato in piazza della Scala una stele dedicata ai «pionieri delle unioni civili» Gianni delle Foglie e Ivan Dragoni che, insieme ad altre 8 coppie, il 27 giugno del 1992 si unirono simbolicamente per la vita proprio di fronte a Palazzo Marino, la sede del Comune che per quattro notti è stata illuminata con i colori dell'arcobaleno. Alle 18 è previsto all'Arco della Pace l'arrivo della Rainbow Ride, con centinaia di ciclisti, poi l'intervento di Zan e infine toccherà a Vladimir Luxuria dare il via alla festa con numerosi artisti che si alterneranno sul palco fino alle 20.30.

A Roma il corteo sfilerà senza carri. Alle 17 partirà da piazza Vittorio, nel quartiere Esquilino, dove sono annunciate circa 4000 persone e si concluderà in piazza della Repubblica nel cuore della Capitale. Sono attesi, tra gli altri, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il candidato a sindaco di Roma del Pd Roberto Gualtieri e la senatrice del Pd Monicà Cirinnà, la consigliera regionale della Lista Zingaretti Marta Bonafoni, Alessandro Capriccioli, capogruppo di Europa Radicali al Consiglio regionale del Lazio e molti altri esponenti di movimenti e sindacati.

Nella Capitale, dove l'organizzazione del Pride è a cura del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, lo striscione di apertura sarà «orgoglio e ostentazione», ma subito dopo troneggerà un altro cartello che è la risposta alle obiezioni del Vaticano: «Per la laicità dello Stato aboliamo il concordato»«. «Giochiamo con la frase orgoglio e pregiudizio - spiega Claudio Mazzella, portavoce del Roma Pride - scegliendo la parola ostentazione, di cui sempre ci accusano. Noi vogliamo scendere in piazza mostrando i nostri corpi, la nostra stravaganza, mostrando chi siamo anche per tutti coloro che non hanno il coraggio di farlo. Ma anche per dire che pretendiamo uno stato laico senza ingerenze per proseguire il percorso verso l'emancipazione e la parità di diritti».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Giugno 2021, 23:01
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