Treviso, bruciata la grotta del Presepe dei bambini. Caccia ai vandali: «Gesto crudele»

Bruciata la grotta del Presepe dei bambini. Caccia ai vandali: «Gesto crudele»

di Claudia Borsoi
Colpito un simbolo del Natale, ma anche il lavoro di numerosi volontari. Unanime condanna a Revine (Treviso) per l’atto vandalico che ha danneggiato, a poche ore dal Natale, la grotta del presepe in cui, ieri pomeriggio, è andata in scena la sacra rappresentazione vivente della Natività. Qualcuno, nella notte di Natale, ha appiccato il fuoco alle canne che ricoprivano il tetto della grotta. Le fiamme sono state notate da un revinese che ha lanciato l’allarme e in poco tempo sono state domate dai vigili del fuoco, mentre l’area è stata posto sotto sequestro dai carabinieri di Vittorio Veneto. «Un gesto crudele» afferma il sindaco di Revine Lago, Massimo Magagnin. Indignati i revinesi, come pure i volontari del Comitato Sacre Rappresentazioni che da mesi sono al lavoro per gli allestimenti del presepe vivente. E già 25 anni fa si era verificato un episodio simile: anche allora, venne appiccato il fuoco alla grotta del presepe.

IL FATTO
Sono le 22.15 di martedì 24 dicembre quando, mani ignote, danno fuoco al tetto della grotta del presepe ricoperto da canne che i volontari avevano recuperato pochi giorni prima dai vicini laghi di Santa Maria e di Lago. La grotta, realizzata con assi e pali di legno, si trova nel sagrato della chiesa di San Matteo, a Revine. L’area è buia e quindi i vandali hanno agito, pare almeno al momento, senza essere notati. A terra viene poi trovata una bottiglia di alcool e un paio di guanti da cantiere, strumenti utilizzati dai piromani per appiccare il fuoco. «Per fortuna le canne, prese dai vicini laghi, erano ancora umide, a causa anche della pioggia caduta nei giorni scorsi, e il fuoco non ha attecchito molto – racconta il sindaco Massimo Magagnin arrivato intorno alle 23.30 sul luogo dell’incendio - Le fiamme si sono comunque alzate e sono state notate da un giovane, la cui casa è vicina al sagrato della chiesa. Tra l’altro il padre è un vigile del fuoco». In via San Matteo si sono precipitate due squadre dei vigili del fuoco di Vittorio Veneto che sono riuscite a domare l’incendio prima che potesse intaccare la struttura in legno. «Un intervento rapido che ha isolato le fiamme e limitato i danni al tetto – conferma il sindaco Magagnin -. Avendo trovato a terra l’alcool e viste anche le condizioni meteo, non ci sono stati dubbi sull’origine dolosa dell’incendio. I carabinieri hanno così posto l’area sotto sequestro e solo nella mattinata del 26 dicembre i volontari hanno potuto accedere alla grotta e ripristinare la copertura in tempo per la prima delle rappresentazioni». «Ci mettiamo subito al lavoro e per la rappresentazione del 26 sarà tutto ripristinato» avevano detto i volontari nella notte tra il 24 e il 25 dicembre. E così è stato: ieri, alle 15, la rappresentazione vivente della Natività è andata in scena e ha registrato un’ottima presenza. Sarà replicata domenica 29 dicembre, sempre alle 15, sul sagrato della chiesa di San Matteo.

L’AMAREZZA
In molti ieri non si sono nemmeno accorti dei danni causati dall’incendio, né hanno saputo dell’atto messo a segno da un piromane. «Non è stato visto nessuno, l’area è buia e non ci sono telecamere. Ce n’è una, mai entrata in funzione, ma dall’altro capo del sagrato che, anche se in funzione, difficilmente avrebbe permesso di capire cosa stesse accadendo all’interno della grotta – afferma il sindaco -. Mi auguro che questo gesto, per quanto crudele e triste sia, possa essere ricondotto ad una bravata. Era già successo circa 25 anni fa. Sono gesti mai giustificabili, atti di piccola delinquenza che rovinano il lavoro di persone che sacrificano tempo e famiglia per portare avanti una tradizione». Il Comitato Sacre Rappresentazioni ha presentato ai carabinieri denuncia contro ignoti.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Dicembre 2019, 21:54
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