Poste Italiane, dall'Antitrust multa da 5 milioni per mancata consegna di raccomandate: l'ironia sui social

Video
Multa di cinque milioni di euro a Poste Italiane per la mancata consegna di raccomandate. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato la sanzione massima consentita dalla legge, «per aver adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate».

Leggi anche > La scuola riapre a metà: uno studente su tre costretto a restare a casa. All'appello mancano 120 mila prof e 20 mila bidelli
 

In particolare, l'Autorità «ha accertato che il tentativo di recapito delle raccomandate non viene sempre esperito con la tempistica e la certezza enfatizzate nei messaggi pubblicitari, venendo, peraltro, frequentemente effettuato con modalità diverse da quelle prescritte dalla legge. Infatti, Poste Italiane talvolta utilizza per comodità il deposito dell'avviso di giacenza della raccomandata nella cassetta postale anche quando sarebbe stato possibile consegnarla nelle mani del destinatario». «Al riguardo, numerosissimi risultano essere i reclami dei consumatori che hanno segnalato il mancato tentativo di consegna delle raccomandate, anche quando avevano la certezza di essere stati presenti nella propria abitazione (si pensi ad esempio alle persone costrette a casa in quanto portatrici di handicap o per l'emergenza sanitaria durante il lockdown)».

La vicenda ha scatenato gli utenti dei social. Poste è in tendenza su Twitter e non manca l'ironia: «L'Antitrust sanziona per 5 milioni PosteItaliane "per mancata consegna raccomandate". Viviamo in tempi così complicati che non c'è nemmeno più il postino che suona due volte...», si legge in un tweet. E poi ancora: «PosteItaliane sanzionate per mancata consegna: finalmente siamo noi ad aver rifilato il pacco a loro».

L'Antitrust sottolinea che «la conseguenza di detti comportamenti, in relazione ai quali Poste Italiane non ha adottato le dovute misure di controllo e correttive, provoca un inammissibile onere a carico dei consumatori costretti a lunghe perdite di tempo e di denaro per poter ritirare le raccomandate non diligentemente consegnate». L'Autorità ha, altresì, accertato «la sussistenza di omissioni informative anche nei messaggi pubblicitari di promozione del servizio di ritiro digitale delle raccomandate, in quanto non viene chiarito che tale servizio è utilizzabile per i soli invii originati digitalmente».

«Le condotte descritte provocano, inoltre, gravi danni al sistema giustizia del Paese per i ritardi dovuti ad errate notifiche nell'espletamento dei processi, soprattutto quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi reati, come più volte affermato nelle Relazioni Annuali sullo stato della giustizia citate nel provvedimento», aggiunge l'Autorità in una nota.

«Data l'estrema gravità e frequenza della pratica ed i notevolissimi danni arrecati ai consumatori, la sanzione è stata irrogata nella misura massima. Tuttavia, la medesima non risulta deterrente in rapporto al fatturato specifico generato da Poste Italiane nel solo anno 2019 pari a 3,492 miliardi di euro. Al riguardo, non è stata ancora recepita nell'ordinamento nazionale la Direttiva Europea 2019/2161 che fissa il massimo edittale della sanzione irrogabile al 4% del fatturato annuo», sottolinea infine l'Antitrust.
Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Settembre 2020, 11:59
© RIPRODUZIONE RISERVATA