Prezzi troppo bassi, l'appello dell'azienda italiana a Poste: «In tempo di Covid vincono gli stranieri, e noi costretti a licenziare»

Prezzi troppo bassi, l'appello dell'azienda italiana a Poste: «In tempo di Covid vincono gli stranieri, e noi costretti a licenziare»

Dopo oltre vent’anni, le buste utilizzate per la corrispondenza delle Poste potrebbero cambiare nazionalità: la Blasetti, produttore italiano che da tempo forniva le buste a Poste Italiane, ha fatto infatti sapere di non poter scendere sotto un certo prezzo, per via del costo del lavoro e della fiscalità, e ora l’azienda potrebbe rivolgersi a fornitori stranieri più convenienti.

Una novità preoccupante in questo periodo di crisi, con il nostro Paese che perde pezzi importanti di economia: per questo motivo la Blasetti Spa ha deciso di scrivere una lettera aperta, firmata dall’amministratore unico Amedeo Blasetti e pubblicata da Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore, all’amministratore delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante in cui chiede di ripensarci e di continuare la collaborazione. Anche per evitare di finanziare aziende straniere che peraltro non pagano nemmeno le tasse in Italia.

«Nel mese di gennaio per le future commesse di buste, Poste Italiane ha richiesto delle quotazioni che la nostra azienda non ha potuto raggiungere - si legge nella lettera - Nessun altro produttore italiano è stato in grado di accettare le quotazioni richieste. Solo aziende straniere potrebbero soddisfare le richieste di Poste Italiane: il fatto non ci sorprende, conoscendo la ridotta fiscalità e il minor costo del lavoro di alcuni Paesi stranieri».

«In questo difficile anno la nostra azienda, messa a dura prova dal Covid, grazie alla disponibilità dei propri dipendenti ha continuato a svolgere puntualmente il lavoro a Voi necessario garantendo in tal modo il normale recapito della corrispondenza, servizio essenziale per la nazione - scrive ancora la Blasetti - Oggi perdere una fornitura di questa rilevanza ci costringerebbe, dopo oltre 100 anni di attività, ad importanti licenziamenti e a lasciare l’Italia, come hanno già fatto diverse società, dislocando parte della produzione in Paesi stranieri».

«È difficile comprendere come Poste Italiane, controllata dallo Stato per il tramite di Cassa Depositi e Prestiti ed il Ministero dell’Economia possa in questo drammatico momento dell’economia nazionale decidere di acquistare all’estero incentivando così la delocalizzazione delle aziende con conseguente riduzione occupazionale e mancati introiti fiscali e contributivi a danno dell’Erario.

Inoltre a livello di impatto ambientale la nostra produzione in Italia non può essere paragonata ad una produzione svolta a notevole distanza che vedrebbe ogni anno centinaia di tir traversare l’Europa». «Noi tutti della Blasetti Spa - conclude la lettera - ci rivolgiamo a lei, Dr. Del Fante, affinché questa produzione resti in Italia e possa essere garantito il livello occupazionale, augurandoci che ogni mattina gli italiani possano continuare a ricevere nelle loro case e nei loro uffici buste ancora fabbricate in Italia».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Aprile 2021, 13:42
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