Sale sul tetto delle Terme centrali di Pompei per scattare un selfie, bufera su una turista: «Poteva crollare»

Sale sul tetto delle Terme centrali di Pompei per scattare un selfie, bufera su una turista: «Poteva crollare»
Sale sul tetto delle Terme centrali di Pompei per scattare un selfie: bufera su una turista. Dopo quanto è accaduto al modello in gesso di Paolina Borghese, un altro episodio di vandalismo sta suscitando indignazione. Il reperto degli Scavi di Pompei sul quale si è arrampicata una giovane turista ha un valore inestimabile e avrebbe potuto crollare sotto il suo peso. Il gesto è stato immortalato proprio da una foto, quella scattata da un cittadino. Ora a indagare sono in parecchi per cercare di risalire all'identità della ragazza.

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Intanto c'è la rabbia: degli appassionati e della direzione del Parco che quel gesto lo classifica come un «atto deplorevole e incivile». Eppure, che non si possa salire sui reperti, che non si possa neanche appoggiarsi a quelle ricchezze, è scritto dovunque, nel regolamento e anche in segnaletica specifica. Le Terme centrali sono il più grande degli impianti termali della città, esteso su un intero isolato della IX regio, ed era in costruzione al momento dell'eruzione del Vesuvio. L'area di 3 km è stata riaperta al pubblico lo scorso 25 novembre. Molto probabilmente la donna è salita sul tetto da una scalinata nota a chi conosce il complesso termale; ovviamente accesso vietato ai visitatori. Ed invece, pur di scattare una foto o un selfie, chissà, quei divieti la turista li ha del tutto ignorati.


Sul caso indagano i carabinieri del posto fisso di Pompei: hanno acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza che, probabilmente, saranno messe a raffronto con i biglietti che sono nominativi. A voler fare in tutti modi chiarezza, è, naturalmente, anche la direzione del Parco Archeologico che «nello stigmatizzare l'atto incivile e pericoloso per la stessa persona e per la tutela del monumento», sottolinea che «l'accesso alla coperture delle Terme è interdetto al pubblico con adeguata segnalazione, come avviene in tutti gli spazi archeologici chiusi al pubblico e secondo il Regolamento degli Scavi presente agli ingressi del Parco».

Un «atto deplorevole», viene definito che «invita ancor di più a rispettare le norme generali di visita al sito e il giusto distanziamento anti-Covid, anche in virtù delle ultime indicazioni governative». La direzione del Parco annuncia di aver «avviato un'indagine, in collaborazione con le autorità competenti, affinché si possa individuare la protagonista dell'atto, attraverso ogni mezzo a disposizione e per assicurare, il più possibile, il pieno rispetto del patrimonio archeologico di Pompei da abusi di questo genere». La turista, ora, rischia: il reato commesso è punibile penalmente, con reclusione da tre mesi a un anno e con la multa da mille a 3 mila euro.
Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Agosto 2020, 08:40
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