«Noi poliziotti con una Bravo da 217mila km all'inseguimento dell'Audi a 200 all'ora»: la denuncia dei sindacati

«Noi poliziotti con una Bravo da 217mila km all'inseguimento dell'Audi a 200 all'ora»: la denuncia dei sindacati

di Diego Degan
Hanno sfiorato centinaia di automobili, hanno rischiato decine di incidenti, hanno messo in pericolo se stessi e chissà quante altre persone inconsapevoli, che se li sono visti sfrecciare accanto a 150-200 chilometri orari. Ma, alla fine, sono riusciti a sfuggire all’inseguimento della polizia. Due malviventi, a bordo di un’Audi scura metallizzata di nuovissimo modello, non hanno esitato a rischiare il tutto per tutto, pur di non farsi prendere dalle forze dell’ordine: il sospetto è che si tratti di componenti di una banda che, da quasi tre settimane, sta imperversando a Chioggia (Venezia), Sottomarina e dintorni, con una ventina di colpi messi a segno in abitazioni e non solo.



BOOM DI DENUNCE
La recrudescenza di reati predatori, in questo periodo, era stata segnalata dall’aumento del numero delle denunce: una decina quelle presentate in commissariato, all’incirca altrettante quelle ai carabinieri, senza contare i furti sventati all’ultimo momento dal rientro improvviso dei padroni di casa o dal passaggio della pattuglia in servizio di controllo del territorio. Le forze dell’ordine, quindi, sono in allerta da giorni e le testimonianze dei cittadini avevano permesso di capire che le auto dei banditi erano più d’una, tutte potenti e con targa falsa. In particolare quella che la Volante aveva scorto, verso le 18.30 di martedì, in via Vespucci, ferma con il motore acceso, portava una targa rubata fuori dal Veneto. Nulla di più facile, quindi, che si trattasse di qualcuno che faceva da “palo” ad altri complici intenti a cercare possibili prede.

CORSA FOLLE
I poliziotti si sono avvicinati con circospezione ma i malviventi li hanno visti e, in men che non si dica, sono partiti a velocità folle, prima verso viale Mediterraneo, poi verso la rotonda dell’ospedale, infine sul ponte translagunare, verso Valli.
Finché sono rimasti in ambito urbano, la Volante è riuscita a tallonarli ma quando sono arrivati sulla Romea, hanno dato fondo alla potenza del motore e sono scomparsi. Professionisti del crimine, vista l’abilità manifestata alla guida, la noncuranza dei rischi legati a quelle manovre, l’uso disinvolto di targhe e, quasi sicuramente, di auto rubate. Oltretutto baciati dalla fortuna, dato che non hanno trovato, come succede spesso ai comuni mortali, blocchi o rallentamenti del traffico sui ponti, dove pure ci sono lavori in corso, che avrebbero potuto precludergli la via di fuga. E neppure erano disponibili, a quanto pare, macchine delle forze dell’ordine sull’altro lato del ponte, da far convergere per sbarrare la strada. Un problema, questo, che rientra nell’ambito delle dotazioni che, in casi come questo, rivelano la loro insufficienza. «Con una Fiat Bravo con 217mila chilometri, non si poteva raggiungere un’Audi di ultimo modello», commenta Mauro Armelao, segretario regionale del sindacato di polizia Fsp-Polizia di Stato. «Qui la colpa è della politica nazionale – aggiunge Armelao – che non destina risorse adeguate per acquistare mezzi migliori». Tanto più che la Volante, un incidente, contro auto o persone in strada, non poteva proprio permetterselo, al contrario dei malviventi che non avevano alcuna remora. A questo punto resta solo da capire se i banditi hanno “preso paura” e si allontaneranno da Chioggia e dintorni o se, sentendosi forti, vorranno continuare a colpire. 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Febbraio 2020, 16:24
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