Pnrr, Meloni rassicura l’Europa. In 6 mesi 27 target da raggiungere

Pnrr, Meloni rassicura l’Europa. In 6 mesi 27 target da raggiungere

di Alessandra Severini

Pnrr e migranti. Sono stati questi i temi principali affrontati nell’incontro fra il premier Giorgia Meloni e il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Palazzo Chigi. Un incontro cordiale, durato poco più di un’ora, preparatorio in vista del Consiglio Europeo straordinario del 9-10 febbraio. Totalmente concordi sul pieno sostegno all’Ucraina, Meloni e von der Leyen hanno espresso anche una comune condanna per le violenze in Brasile.

La premier italiana ha riaffermato l’impegno del suo governo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza ma ha anche sottolineato che va rivisto per continuare a mantenere gli impegni. L’Italia chiede da tempo delle modifiche al Piano, ritenendo che in parte non sia più attuale perché è stato scritto prima della guerra in Ucraina e del conseguente rialzo dei pezzi dei materiali e dell’energia, e poi alcuni progetti non sono più allettanti. Concetti che Meloni ha ribadito ancora una volta alla presidente della commissione. Difficilmente l’Ue accetterà di rinviare a oltre il 2026 la deadline del Next Generation ma la trattativa è aperta. Del resto Bruxelles a dicembre ha già approvato le modifiche al piano del Lussemburgo, e sta valutando quelle richieste dalla Germania.

I cambiamenti però dovranno essere limitati ai singoli progetti e non dovranno stravolgere le riforme.

Tra le modifiche chieste dall’Italia vi sarebbe per esempio la revisione di alcuni progetti legati all’idrogeno verde nei trasporti e il rinvio dell’entrata in vigore del Codice degli appalti prevista dal Pnrr per fine marzo. Se da un lato, infatti, il nuovo codice è pensato per semplificare gli appalti snellendo la burocrazia, dall’altra l’entrata in vigore di nuove regole potrebbe inizialmente rallentare il processo di aggiudicazione, con ricadute soprattutto per le opere del Pnrr. Lo slittamento a fine anno andrebbe comunque concordato con l’Unione europea.

Il tempo non è molto: per sbloccare la quarta rata da 16 miliardi di aiuti l’Italia deve completare i 27 obiettivi del primo semestre 2023. Il vero problema italiano è la capacità di spendere le risorse e le lungaggini burocratiche: ad inizio 2022 il governo Draghi prevedeva di spendere 40 miliardi e invece per ora ne sono stati spesi meno della metà.

Sul tema dei migranti che da sempre divide la Ue, Meloni avrebbe ribadito che vanno difesi i confini esterni dell’Unione, vanno fermati gli sbarchi intervenendo sui paesi di origine delle migrazioni. Anche Ursula von der Leyen ha concordato sulla necessità di una risposta europea che però appare molto difficile da ottenere in tempi brevi


Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Gennaio 2023, 06:00
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