Altro che circolo Aniene, anche il Pio Monte della Misericordia di Napoli dopo 420 anni sceglie una donna al vertice: Fabrizia Paternò

Altro che circolo Aniene, anche il Pio Monte della Misericordia di Napoli dopo 420 anni sceglie una donna al vertice: Fabrizia Paternò

di Mario Fabbroni

A Roma, il Circolo Aniene vieta alle donne di diventare socie. “Impossibile ospitarle: ci sono dinamiche statutarie, logistiche, di spazi”, si difende la tribù degli uomini.

A Napoli, invece, per la prima volta in 420 anni di storia, una donna viene eletta al vertice del Pio Monte della Misericordia, istituzione nata nel 1602 come sostegno economico e aiuto ai più deboli con sede in uno dei palazzi più belli e affascinanti del centro storico: la duchessa Fabrizia Paternò di San Nicola. 

Sessant'anni d'età, una vita di lavoro come logopedista soprattutto presso il Policlinico dell'Università Federico II di Napoli, molte primavere vissute negli Stati Uniti e a Parigi. Fabrizia Paternò ha raccolto l'eredità del barone Sandro Pasca di Magliano, suo predecessore. «È come il coronamento di un percorso di vita, ho sempre avuto nel sangue l'idea della solidarietà. Da piccola facevo doposcuola a tanti bimbi, non mi sono mai sottratta quando c'è da dare una mano».

Una figlia d'arte, in un certo senso: nonno Ludovico e papà Raffaele sono stati anche loro Sovrintendenti. «Soprattutto mio padre spingeva per farmi diventare un membro del Pio Monte. Diceva:«Lì hai i mezzi per aiutare davvero le persone». Perciò sento una grande responsabilità, specie ora che il mondo, con la pandemia, ha creato nuove disuguaglianze". 

Il Pio Monte è famoso soprattutto per la stupenda tela del Caravaggio intitolata "Le sette opere della Misericordia", che attira migliaia di turisti all'anno. Ma pochi sanno che proprio l'acquisto del biglietto d'ingresso al museo (dove si custodisce anche una magnifica Quadreria) contribuisce a rendere sostanziali le azioni in favore delle persone bisognose. L'intero patrimonio (immobiliare, artistico e archivistico) acquista dunque un forte valore sociale. Solo alcuni numeri: il Pio Monte della Misericordia ha 221 Associati (di cui 71 donne), una rete sociale fatta da 14 partner, 770 metri quadri accessibili al pubblico, 340 tra immobili e fondi rustici, 1.500 oggetti d’arte tra cui 160 dipinti e 17.000 volumi antichi, oltre 60 opere di arte contemporanea. 

Spaventata, duchessa Paternò? "No, anzi.

Le donne mi hanno manifestato un grande incoraggiamento. Essere la prima Sovrintendente nella storia dell'Ente mi inorgoglisce. Ma sono fiera soprattutto perché al Pio Monte non si perde tempo. Qui non abbiamo burocrazia, offriamo subito un sostegno a chi lo chiede. Abbiamo un Ufficio Beneficenza che nel nostro Governo (nella foto) ha come punto di riferimento un'altra donna, Floriana Stevens Carignani di Novoli. Incontriamo chi chiede aiuto, proviamo a pagare loro bollette o affitti arretrati ma soprattutto mettiamo le persone in condizione di intraprendere la strada dell'autosufficienza. Spesso tanta gente non sa neppure come chiedere contributi locali oppure il Reddito di Cittadinanza. Ecco, mi fa male leggere tante truffe compiute solo per approfittare del Reddito di Cittadinanza: ma chiedo anche che chi percepisce il sostegno statale, poi lavori anche per la collettività. Il Comune di Napoli impiega molte di queste persone, ad esempio, nella cura e nella pulizia del verde pubblico. Un percorso da imitare". 

Non a caso, insieme alla nuova leadership al femminile, il Pio Monte ha anche presentato il "Rapporto di attività 2015-2021" (a cura di Ludovico Solima, professore ordinario dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”) che, in 162 pagine, per la prima volta racconta e descrive i valori, la missione, la struttura e le tante attività assistenziali, sociali ed educative, i progetti culturali e artistici. Dice ancora Fabrizia Partenò: "Vorrei che una visita al Pio Monte possa contenere anche una visita alle nostre opere di bene, come "La Scintilla", una onlus che ospitiamo all'ultimo piano e che assiste diversamente abili e malati di celebrolesi: allarga il cuore vedere i laboratori e l'impegno che mettono ogni giorno quei ragazzi anche nello svolgere diverse attività di supporto al museo. Ecco, vorrei arrivare al cuore della gente". 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Febbraio 2022, 20:06
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