Peste suina, dopo il cinghiale morto a Ovada altri due casi sospetti in Piemonte e Liguria

La Regione Piemonte ha chiesto una nuova legge nazionale per il contenimento della fauna selvatica

Peste suina, dopo il cinghiale morto a Ovada altri due casi sospetti in Piemonte e Liguria

Dopo il caso confermato a Ovada (Alessandria) su un cingliale morto, ci sono altri due casi sospetti di peste suina africana. Li ha individuati, sempre su cinghiali, l'Istituto Zooprofilattico Piemonte Liguria e Valle d'Aosta (Izsplv) a Fraconalto (Alessandria) e Isola del Cantone (Genova) rispettivamente a una ventina e a una quarantina di chilometri di distanza. La conferma della diagnosi, attesa per l'inizio della prossima settimana, spetta al Centro di Referenza Nazionale per le pesti suine (Cerep) dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche. L'Istituto Zooprofilattico di Torino ribadisce che la peste suina non è trasmissibile all'uomo, ma si tratta di una delle più gravi malattie che può colpire la zootecnia ed è altamente trasmissibile tra i suini. Senza le dovute precauzioni, quindi, gli allevamenti suini sono considerati a grave rischio.

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La peste suina africana è riapparsa in Italia, a Ovada, in provincia di Alessandria, dove è stata trovata una carcassa di cinghiale morto per la variante del virus che dai paesi dell'ex blocco sovietico si è esteso in mezza Europa, compresa la Germania, e si è spinto anche in Cina. La Regione Piemonte ha chiesto una nuova legge nazionale per il contenimento della fauna selvatica e l'interessamento dell'Unione Europea sulla questione. «Come in più occasioni richiesto ai Ministeri competenti dal Piemonte, insieme a tutte le altre Regioni, - dicono il presidente Alberto Cirio e l'assessore all'Agricoltura Marco Protopapa - è necessario che le istituzioni preposte riprendano definitivamente in mano la legge 157/92 per adeguarla alle esigenze attuali con una riforma radicale della legge sulla fauna selvatica.

Con le norme attuali e la carenza di personale per il controllo non si è più in grado di contrastare il fenomeno di proliferazione dei cinghiali».

La peste suina africana non si trasmette all'uomo ma è spesso letale per gli animali che ne sono colpiti, è altamente trasmissibile e mette quindi a rischio gli allevamenti di maiali e lo stesso commercio di carni suine. Il virus può resistere per anni nella carne congelata e viene reso inattivo solo dalla cottura e da specifici disinfettanti. Per questo l'assessorato alla Sanità della Regione Piemonte ha subito fatto scattare le «procedure d'emergenza» per delimitare la 'zona infetta' e la 'zona di sorveglianza'. In attesa dell’ordinanza ministeriale che nei primi giorni della prossima settimana stabilirà in dettaglio l’elenco dei Comuni compresi nella zona infetta da Peste suina africana e le misure straordinarie da attuare per limitare la diffusione della malattia, dopo il caso accertato su un cinghiale ritrovato morto a Ovada, la Regione Piemonte, tramite l’Asl di Alessandria, ha chiesto ai sindaci dei Comuni interessati di vietare sul loro territorio l’esercizio venatorio a tutte le specie.


Ultimo aggiornamento: Domenica 9 Gennaio 2022, 06:53
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