Peste suina, il freddo diffonde il contagio tra i cinghiali. L'allarme: «Virus va eradicato, non possiamo conviverci»

Il commissario straordinario Angelo Ferrari: «Era previsto, le condizioni sono ideali perché si diffondano i contagi e la malattia si sta spostando verso il Cuneese, ricca di allevamenti suini»

Peste suina, il freddo diffonde il contagio tra i cinghiali. L'allarme: «Virus va eradicato, non possiamo conviverci»

La Peste suina africana si diffonde grazie al freddo. Emergenza nella zona rossa di Piemonte e Liguria, popolata di cinghiali che sono a rischio dalla fine del 2021, quando il virus ha cominciato a diffondersi a macchia d'olio. «Era previsto, le condizioni sono ideali perché si diffondano i contagi e la malattia si sta spostando verso il Cuneese, ricca di allevamenti suini», dice il commissario straordinario Angelo Ferrari.

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Peste suina, cosa succede

«Con questo virus non si può convivere, va eradicato - spiega ancora Ferrari - già oggi costa alla suinicoltura italiana 20 milioni al mese di export mancato, se arrivasse tra i maiali si perderebbero punti di Pil. Oltre a recinzioni e rigore nei controlli, servono molti più soldi», le parole del commissario straordinario.

Coldiretti: soluzioni insufficienti

«Tante parole, diverse riunioni, ordinanze regionali, barriere e recinzioni in costruzione, senza un’effettiva tempistica in termini di conclusione dei lavori e di attivazione di interventi straordinari e risolutori – ha affermato il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco - La realtà è deludente e alquanto critica con danni economici incalcolabili alle produzioni e alle imprese agricole, all’ambiente».

«E senza dimenticare gli incidenti stradali che si sono continuati a verificare durante quest’anno - continua Bianco - Basti pensare che negli ultimi 7 anni i danni causati dai cinghiali si aggirano intorno ai 17milioni di euro in Piemonte, secondo i dati. È evidente che le istituzioni debbano trovare una soluzione concreta per voltare pagina, per creare le condizioni affinché si generino i presupposti che consentano una ripresa dell’attività di allevamento anche nelle zone maggiormente interessate, per definire una prospettiva di ripresa, per mettere in sicurezza il nostro territorio, i cittadini e le imprese senza perdere altro tempo».


Ultimo aggiornamento: Sabato 21 Gennaio 2023, 15:56
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