Patrick Zaki scarcerato (forse già oggi), ma non assolto. Dalla gabbia nel tribunale: «Sto bene, grazie Italia».

Dopo 2 anni, sarà scarcerato in attesa della prossima udienza del primo febbraio

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Patrick Zaki scarcerato (forse già oggi), ma non assolto dalle accuse. Una parziale buona notizia dalla triste vicenda dello studente egiziano dell'Università di Bologna, in carcere al Cairo dal febbraio 2020. Sarà rilasciato in attesa della prossima udienza prevista per il primo febbraio.

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Patrick Zaki, scarcerato ma non assolto

Patrick Zaki sarà scarcerato «anche se non è stato assolto» dalle accuse: lo hanno riferito alcuni avvocati al termine dell'udienza a Mansura ad un capannello di cronisti tra cui il corrispondente dell'ANSA. Non si sa al momento quando Zaki sarà scarcerato, se nella stessa giornata di oggi oppure nei prossimi giorni.

Patrick Zaki dalla gabbia in tribunale: «Sto bene, grazie Italia»

«Bene, bene, grazie»: alzando il pollice, così Patrick Zaki ha risposto a un diplomatico italiano che gli chiedeva come stesse. Lo studente ha risposto dalla gabbia degli imputati poco prima dell'inizio dell'udienza. Si è appreso che il diplomatico ha potuto parlagli brevemente per rappresentargli la vicinanza delle istituzioni italiane e Patrick ha ringraziato per quello che l'Italia e l'Ambasciata stanno facendo per lui. Il diplomatico italiano si era intrattenuto anche con i genitori di Patrick poco prima.
Patrick Zaki, durante i 4 minuti in cui è stato in aula fuori dalla gabbia, era vestito di bianco, colore simbolo degli imputati, portava una mascherina nera calata sul mento, codino, occhiali e si dondolava sui piedi.

Accanto a lui, di fronte al banco del giudice, c'erano tre legali e un poliziotto. Non è chiaro dove sia stato portato Patrick durante la pausa dell'udienza, non ripresa ancora.

Patrick Zaki, il legale chiede video e verbali dell'arresto

Registrazioni di telecamere di sorveglianza dell'aeroporto del Cairo, verbali redatti da un agente della Sicurezza nazionale e da uno della polizia, oltre a copie di verbali di un processo civile e la convocazione di un teste: sono questi gli atti che una legale di Patrick Zaki, Hoda Nasralla, ha chiesto al giudice di acquisire al processo in corso a Mansura. Lo ha sintetizzato un altro legale a margine dell'udienza. Le registrazioni video servono per dimostrare che Patrick fu arrestato all'aeroporto del Cairo e non a casa propria a Mansura, come invece sostenuto dalla Procura, ha aggiunto la fonte. I verbali richiesti sono quello del funzionario della sicurezza nazionale che documentò la cattura al Cairo e quello dell'agente di polizia che ha registrato il fermo a Mansura, ha precisato, aggiungendo che i due documenti dovrebbero dimostrare l'illegalità del fermo. Gli atti del processo civile riguardano un cristiano che sarebbe stato discriminato impedendogli di testimoniare in un caso di eredità contesa del 2008, come sostenne Patrick nell'articolo del 2019 sulle discriminazione dei copti in Egitto e incriminato in questo processo. Sempre in relazione all'articolo, Nasrallah ha chiesto che venga acquisita la testimonianza del fratello di un soldato cristiano ucciso da terroristi islamici e al quale sarebbero stati negati adeguati onori, sempre secondo l'articolo scritto dallo studente del quale la legale vuole dimostrare la veridicità, ha riferito ancora la fonte.


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Dicembre 2021, 14:17
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