Torino, indagato il portavoce del sindaco: Luca Pasquaretta è accusato di peculato

Indagato il portavoce del sindaco di Torino: Luca Pasquaretta è accusato di peculato
Peculato. Questa l'ombra che a Torino si allunga sul portavoce della sindaca Chiara Appendino, Luca Pasquaretta, nell'ambito di uno dei tanti filoni di indagine aperti dalla procura sul Salone del Libro. Tutto per cinquemila euro. Una somma che Pasquaretta ricevette nel 2017 come pagamento di una consulenza prestata per quindici giorni, dal 16 al 31 maggio, e un ammontare complessivo di ottanta ore. Tutto in regola, almeno in apparenza: l'amministrazione comunale aveva dato al portavoce il «permesso» al lavoro extra e il passaggio di denaro era finito nero su bianco sulle carte. Ma il pm Gianfranco Colace, dopo parecchie settimane di accertamenti (e un continuo andirivieni di carabinieri in Comune per acquisire la documentazione), sospetta che qualcosa non torni: la Fondazione per il Libro - che organizzava la grande kermesse libraria - avrebbe adoperato in maniera inadeguata dei soldi che in teoria erano destinati ad altro. Tanto è vero che la contestazione di peculato è stata estesa a Mario Montalcini, oggi presidente della Fondazione e all'epoca vicepresidente operativo, che a differenza di Pasquaretta ha ricevuto un invito a comparire. Gli investigatori, inoltre, hanno esaminato nel dettaglio gli orari, i movimenti e i contatti del portavoce della sindaca. «Ho lavorato pancia a terra senza risparmiarmi. Lo dirò al magistrato nella speranza di chiarire la mia posizione», commenta Pasquaretta.

Il caso era scoppiato lo scorso maggio negli ambienti della politica torinese creando polemiche velenose: a fronte di molti fornitori del Salone che aspettavano da tempo di essere pagati, Pasquaretta era stato liquidato in tempi rapidi.
La sindaca Appendino, in Consiglio comunale, aveva difeso la regolarità della procedura con cui era stato autorizzato l'incarico al portavoce. Il quale, dal canto suo, aveva restituito i cinquemila euro. Pasquaretta è indagato in un secondo procedimento, relativo alla serata di proiezione su maxischermo della finalissima di Champions League del 3 giugno 2017 nell'ex area industriale del Parco Dora: a giudizio degli inquirenti non tutte le procedure furono rispettate. Ieri in procura è stato ascoltato come 'persona informata sui fattì uno dei consiglieri comunali di opposizione che hanno dato più battaglia sulla faccenda del Salone del Libro, Stefano Lo Russo del Pd, che oltre a ribadire la sua ricostruzione della vicenda ha gettato un altro sasso nello stagno: le modalità con cui l'architetto Alberto Sasso (amico di Beppe Grillo, candidato M5S alla Camera alle ultime elezioni) ha ottenuto l'incarico di stilare il pre-dossier sulla candidatura di Torino alle Olimpiadi del 2026. I magistrati potrebbero interessarsi anche di questo.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Luglio 2018, 22:43
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