Ricostituzione del partito fascista, a Mantova chieste condanne per i fondatori della lista
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La lista, in quell'occasione, aveva ottenuto un buon risultato elettorale, col 10% dei voti, ma gli eletti erano poi stati esclusi dal consiglio comunale per decisione del Tar. La Procura di Mantova, dopo quell'episodio, aveva deciso di aprire un'indagine, accusando i promotori della lista di voler ricostituire il partito fascista, un reato stabilito non solo da leggi ordinarie, ma dalla Costituzione in primis. Le violazioni, infatti, riguardano la legge Scelba e la XII disposizione transitoria della Costituzione.
A giudizio erano finiti Claudio Negrini e la figlia Fiamma (rispettivamente fondatore della lista e candidata sindaco), una ventenne diplomata in ragioneria, i fratelli veronesi Elvira e Nestore Tormene (il secondo è deceduto), Sergio De Blasio e Simona Grazio, la bolognese Pasqua Lombardo e i palermitani Marco Piraino e Giuseppe Ridulfo. Lo riporta La Repubblica. Due dei nove imputati hanno chiesto il rito ordinario, mentre per gli altri sette sono state richieste condanne diverse col rito abbreviato. Per Claudio Negrini, fondatore e promotore della lista, i pm hanno chiesto una condanna di quattro anni, mentre per la figlia Fiamma hanno chiesto venti mesi. Queste le altre richieste di condanna: tre anni e dieci mesi per Ridulfo; tre anni e sei mesi per Stravolo; tre anni, quattro mesi e venti giorni per Piraino; un anno e sei mesi per Lombardo e Grazio.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Dicembre 2018, 10:15
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