«Troppe parole straniere, fino a 100mila euro di multa per chi usa 'inglesismi'»

Il Vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ha presentato una proposta di legge in 8 articoli per vietare l'uso di altre lingue in contesti pubblici

«Troppe parole straniere, fino a 100mila euro di multa per chi usa 'inglesismi'»

di Paolo Travisi

Fino a 100mila euro di multa, per chi utilizza parole straniere, quindi non la lingua italiana anzitutto nella pubblica amministrazione. La proposta di legge, risalente a fine 2022, è stata presentata a Montecitorio da Fabio Rampelli, vice presidente della Camera, esponente di Fratelli D'Italia, convinto sostenitore della nostra lingua e "nemico" dei termini stranieri, principalmente anglofoni, che sempre più spesso fanno parte e vengono utilizzati nel vocabolario quotidiano di ciascuno, anche in contesti pubblici.

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Troppi anglicismi

Dati alla mano, negli ultimi 20 anni, il numero di parole inglesi confluite nella lingua italiana scritta è aumentato del 773%, ovvero quasi 9.000 sono gli anglicismi presenti nel dizionario della Treccani su circa 800 parole italiane. Chiaro che la globalizzazione dei social, ha avuto i suoi effetti, non solo nel cambiamento dei rapporti sociali, ma anche nelle abitudini; ed usare parole straniere, in qualche modo, è una nuova abitudine. 

Come Francia e Spagna

Dell'italiano di Dante, oggi restano le radici di molte parole, ma seppur l'evoluzione linguistica sia inevitabile e fisiologica, eminenti studiosi ed esperti linguisti dell'Accademia della Crusca denunciano da tempo «il progressivo scadimento del valore attribuito alla nostra lingua».

I nostri cugini francesi e spagnoli, per esempio, hanno adottato dei provvedimenti rendendo obbligatorio, tramite una modifica della Costituzione, l'utilizzo della loro lingua madre, nelle pubblicazioni del governo, nelle pubblicità, nei luoghi di lavoro e via dicendo.

Una tutela linguistica, che la proposta di Rampelli intende ricalcare con un'apposita legge.

Articoli di legge

La proposta di legge nel primo articolo scrive: "La Repubblica garantisce l'uso della lingua italiana in tutti i rapporti tra la pubblica amministrazione e il cittadino nonchè in ogni sede giurisdizionale". E ancora Art. 2: "La lingua italiana è obbligatoria per la promozione e la fruizione di beni e di servizi pubblici nel territorio nazionale".
Articolo 3: Inoltre, per ogni manifestazione, conferenza o riunione pubblica organizzata nel territorio italiano è obbligatorio "l'utilizzo di strumenti di traduzione" per garantire "la perfetta comprensione in lingua italiana dei contenuti dell'evento".

Sanzioni


L'articolo 8, infine, tratta il tema delle sanzioni: "La violazione degli obblighi di cui alla presente legge comporta l'applicazione di una sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma da 5.000 euro a 100.000 euro".

 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 31 Marzo 2023, 20:51
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