Papa Ratzinger, i funerali. Francesco: «Grazie per sapienza, delicatezza e dedizione». I fedeli: Santo subito. La bara tumulata nelle grotte vaticane

Alle esequie Mattarella, capi di Stato e teste coronate

Video

di Lorena Loiacono

Papa Ratzinger, celebrati i funerali solenni a San Pietro, con il sagrato della piazza già pieno dalle prime ore di una giornata nebbiosa. Papa Francesco è arrivato in sedia a rotelle a San Pietro per la celebrazione. In 50mila, un po' meno delle previsioni iniziali, i fedeli in Vaticano per i funerali. Presenti anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che precedentemente aveva sostato in basilica da dove è stata traslata la bara. Nella delegazione italiana ai funerali del Papa emerito c'era anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, seduta accanto al Capo dello Stato Mattarella. Presenti anche il presidente della Camera Lorenzo Fontana e il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri.

I fedeli: «Santo subito!»

Al termine del rito delle esequie del papa emerito Joseph Ratzinger, dopo l'ultimo 'Amen' pronunciato da Papa Francesco, la folla di fedeli presente in piazza scandisce a piena voce il grido «Santo subito!».

Campane a morto per l'uscita della bara, poi il lungo applauso

Le campane della basilica di San Pietro suonano con i rintocchi 'a morto' nel momento della traslazione dalla basilica a Piazza San Pietro della bara di Benedetto XVI. È un lungo e commovente applauso ad accogliere a piazza San Pietro l'arrivo della bara di Benedetto XVI trasportata dai sediari.

Tumulata la bara di Benedetto XVI nelle grotte vaticane

La bara di Benedetto XVI è stata tumulata nelle Grotte vaticane, nella tomba che fu di papa Giovanni Paolo II. L'evento avviene in forma privata, senza presenza del pubblico e della stampa, con ammessi solo i porporati e le persone più vicine al papa emerito.

 

L'omelia di Papa Francesco

«Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell'udire definitivamente e per sempre la sua voce». L'omelia di papa Francesco per i funerali del Papa emerito Benedetto XVI contiene una sola volta il nome di Ratzinger ma tutta quanta è permeata dalla sua presenza. Bergoglio parte dalla pagina del Vangelo dedicata alle ultime parole che il Signore pronunciò sulla croce. 'Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito'; «il suo ultimo sospiro - potremmo dire -, capace di confermare ciò che caratterizzò tutta la sua vita: un continuo consegnarsi nelle mani del Padre suo. Mani di perdono e di compassione, di guarigione e di misericordia, - dice Francesco - mani di unzione e benedizione, che lo spinsero a consegnarsi anche nelle mani dei suoi fratelli».

«Il Signore - osserva Francesco -, aperto alle storie che incontrava lungo il cammino, si lasciò cesellare dalla volontà di Dio, prendendo sulle spalle tutte le conseguenze e le difficoltà del Vangelo fino a vedere le sue mani piagate per amore: 'Guarda le mie manì, disse a Tommaso, e lo dice ad ognuno di noi. Mani piagate che vanno incontro e non cessano di offrirsi, affinché conosciamo l'amore che Dio ha per noi e crediamo in esso. 'Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito' è l'invito e il programma di vita che sussurra e vuole modellare come un vasaio il cuore del pastore, fino a che palpitino in esso i medesimi sentimenti di Cristo Gesù. Dedizione grata di servizio al Signore e al suo Popolo che nasce dall'aver accolto un dono totalmente gratuito: 'Tu mi appartieni… tu appartieni a lorò, sussurra il Signore; 'tu stai sotto la protezione delle mie mani, sotto la protezione del mio cuore. Rimani nel cavo delle mie mani e dammi le tuè. È la condiscendenza di Dio e la sua vicinanza capace di porsi nelle mani fragili dei suoi discepoli per nutrire il suo popolo e dire con Lui: prendete e mangiate, prendete e bevete, questo è il mio corpo che si offre per voi».

Nell'omelia per i funerali di Ratzinger, Bergoglio pone l'attenzione sulla «dedizione orante, che si plasma e si affina silenziosamente tra i crocevia e le contraddizioni che il pastore deve affrontare e l'invito fiducioso a pascere il gregge. Come il Maestro, porta sulle spalle la stanchezza dell'intercessione e il logoramento dell'unzione per il suo popolo, specialmente là dove la bontà deve lottare e i fratelli vedono minacciata la loro dignità. In questo incontro di intercessione il Signore va generando la mitezza capace di capire, accogliere, sperare e scommettere al di là delle incomprensioni che ciò può suscitare. Fecondità invisibile e inafferrabile, che nasce dal sapere in quali mani si è posta la fiducia. Fiducia orante e adoratrice, capace di interpretare le azioni del pastore e adattare il suo cuore e le sue decisioni ai tempi di Dio: 'Pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire. Amare significa: dare alle pecore il vero bene, il nutrimento della verità di Dio, della parola di Dio, il nutrimento della sua presenza'. Dedizione sostenuta dalla consolazione dello Spirito, che sempre lo precede nella missione: nella ricerca appassionata di comunicare la bellezza e la gioia del Vangelo - osserva ancora Bergoglio citando l'esortazione apostoplica Gaudete et exsultate - nella testimonianza feconda di coloro che, come Maria, rimangono in molti modi ai piedi della croce, in quella pace dolorosa ma robusta che non aggredisce né assoggetta; e nella speranza ostinata ma paziente che il Signore compirà la sua promessa, come aveva promesso ai nostri padri e alla sua discendenza per sempre».

Il Pontefice affida il predecessore alle mani del Padre: «Anche noi, saldamente legati alle ultime parole del Signore e alla testimonianza che marcò la sua vita, vogliamo, come comunità ecclesiale, seguire le sue orme e affidare il nostro fratello alle mani del Padre: che queste mani di misericordia trovino la sua lampada accesa con l'olio del Vangelo, che egli ha sparso e testimoniato durante la sua vita.

San Gregorio Magno, al termine della Regola pastorale, invitava ed esortava un amico a offrirgli questa compagnia spirituale: 'In mezzo alle tempeste della mia vita, mi conforta la fiducia che tu mi terrai a galla sulla tavola delle tue preghiere, e che, se il peso delle mie colpe mi abbatte e mi umilia, tu mi presterai l'aiuto dei tuoi meriti per sollevarmì. È la consapevolezza del Pastore che non può portare da solo quello che, in realtà, mai potrebbe sostenere da solo e, perciò, sa abbandonarsi alla preghiera e alla cura del popolo che gli è stato affidato. È il Popolo fedele di Dio che, riunito, accompagna e affida la vita di chi è stato suo pastore. Come le donne del Vangelo al sepolcro, siamo qui con il profumo della gratitudine e l'unguento della speranza per dimostrargli, ancora una volta, l'amore che non si perde; vogliamo farlo con la stessa unzione, sapienza, delicatezza e dedizione che egli ha saputo elargire nel corso degli anni. Vogliamo dire insieme: 'Padre, nelle tue mani consegniamo il suo spiritò. Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell'udire definitivamente e per sempre la sua voce'».

Duecentomila fedeli in tre giorni

Duecentomila fedeli, in appena tre giorni, hanno reso omaggio in Vaticano alla salma di Papa Benedetto XVI e oggi altri centomila lo saluteranno nell’ultimo commosso abbraccio per i funerali, questa mattina. Al centro del sagrato della Basilica di San Pietro una grande struttura coperta ospita l’altare per la funzione religiosa, dalle 9.30, che sarà officiata dal decano del Collegio cardinalizio, Giovan Battista Re, e presieduta da Papa Francesco che ieri, prima di cominciare l’udienza generale, ha ricordato Joseph Ratzinger con un momento di grande emozione: «Prima di iniziare questa catechesi vorrei che ci unissimo a quanti, qui accanto, stanno rendendo omaggio a Benedetto XVI e rivolgere il mio pensiero a lui, che è stato un grande maestro di catechesi». Intanto sulla facciata della Basilica, da ieri, è esposto un grande arazzo raffigurante Gesù Cristo Risorto.

 

Papa Ratzinger, il testamento spirituale: «Chiedo perdono a chi ho fatto torto». Ecco il testo integrale

Benedetto XVI, la morte non cancella l'amarezza di Pietro Orlandi: «Mai una parola su Emanuela»

I funerali di papa Ratzinger: il programma

Il feretro di Benedetto XVI ha lasciato la Basilica di San Pietro alle 8.50 per consentire di recitare il rosario, e la messa funebre inizierà alle 9,30. Una volta terminata la funzione, la salma verrà trasportata nelle Grotte vaticane dove verrà tumulata privatamente.

 

Chi ci sarà

Sono attesi circa 3700 sacerdoti, 1000 giornalisti da 30 Paesi diversi. Saranno presenti due delegazioni ufficiali, previste dal cerimoniale: quella italiana e quella tedesca, guidate da Sergio Mattarella e Frank-Walter Steinmeier. Tra i capi di Stato ci saranno la madre la Regina Sofia di Spagna, il Re e la Regina del Belgio, Filippo e Mathilde, il presidente polacco Andrzej Duda, il presidente portoghese Marcelo Nuno Duarte Rebelo de Sousa, dalla Baviera il governatore Markus Söder e dalla Germania, con il presidente, ci sarà anche il Cancelliere Olaf Scholz. Il presidente ungherese Katalin Novak, il presidente sloveno Nataša Pirc Musar, il ministro dell’interno francese Gérald Darmanin, il ministro degli affari esteri croato Goran Grlić Radman e il ministro della cultura, Nina Obuljen Koržinek.

 

Leader religiosi

Numerosi anche i capi religiosi tra cui il Patriarca di Antiochia dei Siri, Ignazio Youssef III Younan, il metropolita della Chiesa russa Antonij di Volokolamsk e una delegazione del Patriarcato ortodosso di Costantinopoli. Parteciperanno anche una delegazione della comunità ebraica di Roma, l’Imam Yahya Pallavicini, vicepresidente della Comunità Religiosa islamica italiana e Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii, l’Unione dei musulmani italiani. La Chiesa tedesca vedrà tra i concelebranti alle esequie almeno dieci vescovi.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Gennaio 2023, 10:10
© RIPRODUZIONE RISERVATA