Pamela, sconcerto nel quartiere: "Il nigeriano? Un vicino perfetto, non ha mai disturbato nessuno"

Pamela, sconcerto nel quartiere: "Il nigeriano? Un vicino perfetto, non ha mai disturbato nessuno"
Innocent Oseghale? «Un vicino perfetto» è la risposta quasi unanime dei residenti di via Spalato 124 a Macerata, una palazzina a mattoncini con davanti un'area verde e giochi per i bambini. Oseghale è in stato di fermo per omicidio e occultamento di cadavere in relazione alla morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana il cui corpo smembrato è stato trovato in due valigie nelle campagne di Pollenza: 29 anni, nigeriano, noto per reati legati agli stupefacenti. Ma non ha mai disturbato nessuno, non si è mai fatto notare, «niente rumori, né chiasso» secondo i condomini.



Nei mesi scorsi si sono viste in giro la compagna e la figlioletta dell'uomo, poi amici, ospiti, «tutta gente tranquilla» ripetono i vicini, ancora sotto choc. Perché è proprio in quell'appartamento all'ultimo piano che sono stati trovati i vestiti insanguinati di Pamela, è lì che sarebbe morta, non si sa ancora se per overdose o uccisa, ed è sempre lì che il corpo sarebbe stato fatto a pezzi. Il 30 gennaio varie persone nel quartiere hanno notato Pamela, una ragazza piccola, minuta con un grosso trolley rosso e blu, lo stesso dentro al quale meno di 24 ore dopo sono state trovate parti del suo corpo straziato. Se ne era andata volontariamente dalla comunità Pars di Corridonia (Macerata) dove era ospite come «ex tossicodipendente».

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Oggi la comunità invoca il riserbo, sottolinea la «tragica sottovalutazione del problema droga». E mette le mani avanti: «non possiamo trattenere nessuno contro la sua volontà». Pamela «non ha acquistato farmaci - dice il farmacista -, non l'avevamo mai vista, e l'abbiamo riconosciuta quando abbiamo visto le notizie e le foto». Nei pressi della farmacia sarebbe stata agganciata dal nigeriano e poi di lei si sono perse le tracce. Ma nessuno ha notato qualcosa che potesse far pensare ad attività criminali nella zona. «Qui la situazione è tranquilla», ripetono. Oseghale è un volto familiare al vicinato, ma nessuno lo conosce davvero.



Tra i condomini del palazzo, dove c'è un fiocco rosa per la nascita di una bimba, non c'è voglia di parlare. «Alcune persone dicono: 'devono andare via tutti dall'Italià - racconta uno dei negozianti - ma non è giusto considerare tutti allo stesso modo, stranieri o italiani.
Ci sono delinquenti e brave persone, servirebbe però far rispettare di più le regole». «Spero che la nostra città sappia essere in questo momento allo stesso modo discreta, equilibrata, lucida e che mai perda il senso di civiltà e cittadinanza che da sempre la contraddistingue piuttosto che lasciarsi schiacciare dall'odio», ammonisce il sindaco Romano Carancini.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Febbraio 2018, 21:28
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