Pamela Mastropietro, «altri due nigeriani presenti in casa». Quattro profili di DNA su corpo e trolley

Pamela Mastropietro, «altri due nigeriani presenti in casa». Quattro profili di DNA su corpo e trolley
I due nigeriani Lucky Awelima e Lucky Desmond potrebbero essere stati presenti nella casa di via Spalato in cui morì Pamela Mastropietrola 18enne romana uccisa e fatta a pezzi: è emerso dai tabulati telefonici di Innocent Oseghale, imputato nel processo per la morte della ragazza avvenuta il 30 gennaio 2017. I tabulati e i contatti telefonici avuti da Oseghale con gli altri due nigeriani inizialmente coinvolti nella vicenda sono infatti stati al centro della deposizione di due consulenti nel corso dell'udienza in corso davanti alla Corte di Assise di Macerata.

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Dalle celle telefoniche agganciate e dai tabulati emerge la possibilità che, in alcuni orari, Awelima e Desmond, per i quali la procura ha chiesto l'archiviazione per il delitto, fossero in quella casa: «Dall'analisi fatta il 30 gennaio Lucky Desmond può trovarsi presso la casa di Oseghale tra le 11.47 e le 11.50 e dalle 14.07 alle 14.09» perché in quegli orari il telefono aggancia le celle tipiche dell'abitazione di Oseghale. Ovviamente si tratta solo di una possibilità, hanno spiegato gli esperti, e in altri orari non ci sono elementi per poterlo affermare né escludere. Nel pomeriggio del 30 gennaio, infine, «Awelima Lucky poteva trovarsi nell'abitazione di Oseghale per una permanenza massima di 20-30 minuti».

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Dai tabulati del telefono di Oseghale emergono anche le numerose chiamate e gli sms ricevuti dalla compagna, Michela Pettinari, il pomeriggio del 30 gennaio: «Anche dalle verbalizzazioni emerge la convinzione della Pettinari che Oseghale fosse in compagnia di una donna», ha spiegato il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio. «Nulla di nuovo né di clamoroso», ha commentato l'avvocato Simone Matraxia, legale di Innocent Oseghale, in una pausa del processo. Il fatto che il 30 gennaio nel pomeriggio Oseghale fosse in casa «è un fatto notorio, ammesso anche dall'imputato quindi non è altro che un riscontro al suo racconto». 



QUATTRO DNA SU CORPO E VALIGIA, UNO È DI OSEGHALE Nel corso della deposizione del maggiore del Ris Luca Gasparollo, ascoltato come teste, è emerso che sono quattro i profili di dna trovati nel corso degli accertamenti del Ris sul corpo di Pamela Mastropietro e sulle valigie in cui sono stati ritrovati i resti della ragazza: un dna è riconducibile a Innocent Oseghale, imputato nel processo davanti alla Corte di Assise di Macerata.

Un secondo dna, è riconducibile al tassista argentino che conobbe Pamela la sera prima del giorno della morte, mentre altri due profili di dna sono rimasti ignoti. Tuttavia un profilo ignoto è stato rilevato solo «nel tamponamento della lingua e in mistura» con il profilo di dna dell'imputato e non su altri reperti, l'altro profilo è stato trovato «sul trolley». Nel corso dell'udienza sono stati ascoltati anche altri carabinieri del Ris sui rilievi dattiloscopici, tossicologici ed effettuati sul corpo della ragazza.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Marzo 2019, 17:41
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