Pamela, sul corpo uno scempio mai visto: molti organi non sono stati ancora ritrovati

Pamela, sul corpo uno scempio mai visto: molti organi non sono stati ancora ritrovati
Un orrore mai visto quello riguardante Pamela Mastropietro, diciottene romana il cui corpo è stato "deturpato completamente" e "smembrato in vari pezzi con strumenti da taglio", pezzi che, dopo essere stati lavati e dissanguati, sono stati chiusi in due valige.
L'autore di questo scempio sarebbe, secondo l'accusa, il nigeriano di 29 anni Innocent Oseghale, identificato da due testimoni. Al corpo della ragazza sono stati asportati diversi organi e tessuti: il collo non è stato ritrovato e neanche parte degli organi genitali.

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"Le offese inferte al corpo della ragazza appaiono finalizzate al suo successivo occultamento e non alla distruzione dello stesso, dato che era evidente che i resti del cadavere, abbandonati lungo una strada in due valige e in prossimità di un'abitazione, sarebbero stati prima o poi rinvenuti", ha spiegato l'ordinanza di convalida del fermo.



Le ipotesi sulla causa della morte di Pamela sono attualmente due: "intossicazione acuta da xenobiotici per via endovenosa probabilmente indotta e/o ferita da punta e taglio alla parte bassa della porzione postero-laterale destra del torace", dichiara il medico legale.

Secondo la Procura, Oseghale avrebbe colpito la ragazza più volte con una mannaia, per poi farla a pezzi, L'ipotesi dell'overdose, invece, è sostenuta per via delle tracce di agopuntura presenti sul polso sinistro della vittima.

La ricostruzione dettagliata dell'accaduto è presente nelle undici pagine dell'ordinanza del gip. Lunedì 29 gennaio Pamela se ne va dalla comunità Pars di Corridonia nella quale era in cura dal 18 ottobre 2017 per tossicodipendenza e disturbi della personalità. Senza soldi né telefono, la ragazza incontra un italiano al quale chiede un passaggio: gli racconta di essere di Roma, di convivere con un ragazzo di Monte San Giusto e di voler tonare nella sua città. I due avrebbero passato la notte insieme nell'abitazione di lui. La mattina dopo Pamela avrebbe chiesto al ragazzo dove fosse possibile trovare della droga e lui, non sapendo come aiutarla, l'avrebbe lasciata alla stazione di Piediripa, dove poi subentrerà un altro dei testimoni fondamentali della vicenda.



Un tassista peruviano ha dichiarato di aver fatto salire la ragazza sul suo taxi alla stazione di Macerata, per poi lasciarla ai giardini Diaz verso le 9:30 e incontrarla nuovamente, per caso, in una farmacia di Via Spalato: sembra che la giovane stesse comprando una siringa, come confermato dalle telecamere e dal farmacista. Uscita dalla farmacia, Pamela è stata vista dal tassista entrare nel civico 124 insieme ad un giovane di colore. Mostratagli una foto, il peruviano ha riconosciuto Innocent Oseghale.

La seconda testimonianza fondamentale per la vicenda è quella di un altro tassista, questa volta abusivo, originario del Camerun. Secondo quanto dichiarato dall'uomo, sarebbe stato chiamato alle 22:00 di martedì 30 gennaio da Oseghale, che voleva essere portato a Tolentino. Sceso di casa con due valige, il nigeriano avrebbe rifiutato l'aiuto del tassista a caricarle in auto e, in viaggio per Tolentino, avrebbe chiesto all'uomo di svoltare per Pollenza ed accostare: "Ha scaricato le due valige a bordo strada e poi mi ha detto di tornare a Macerata". Dopo averlo accompagnato a casa, il tassista, incuriosito, sarebbe andato a controllare se le valige si trovassero ancora sul posto e, saputo del ritrovamento del corpo il giorno dopo, si sarebbe recato in Questura e poi in caserma.

Nella casa del nigeriano in via Spalato sono state ritrovate evidenti tracce ematiche ovunque e "tracce di lavaggio sul pavimento di tutte le stanze dell'appartamento".
Ultimo aggiornamento: Giovedì 8 Febbraio 2018, 18:26
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