Pallanuoto, il pugno in acqua scatena la rissa: arriva la polizia. Cosa è successo

Le versioni dei protagonisti non coincidono e sui social network continuano le discussioni

Video

di Niccolò Dainelli

La pallanuoto da sempre è considerata uno sport maschio, fisico e di contatto, ma quanto accaduto ad Ancona ha scatenato polemiche e discussioni dai grandi strascichi. Se è vero, infatti, che da in acqua i colpi proibiti non mancano, è anche vero che la pallanuoto è uno sport dal grande fairplay. E il pugno ripreso in un video - sempre più virale sui social - ha scatenato l'ira dei giocatori in piscina e dei tifosi. Ma procediamo con ordine. 

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Pugno in acqua: la partita di pallanuoto finisce in rissa

 

Gli agenti di polizia della Questura di Ancona sono intervenuti nella serata di sabato 15 aprile alla piscina comunale del Passetto. Il motivo? Durante la partita di campionato di serie B maschile, tra le compagini Osimo Pirates e Rapallo Nuoto Ssd è scoppiata una rissa che ha visto protagonisti, giocatori in acqua - prima - e tifosi e squadra ospite, una volta finito il match. Tutta colpa di un pugno scagliato da un giocatore del Rapallo, ai danni di un pallanuotista dell'Osimo Pirates. Un colpo proibito che non è piaciuto per niente ai tifosi. E sui social network, spuntato il video incriminato, è scoppiata la polemica

 

La rissa

Dopo il pugno la partita è finita in un parapiglia. I giocatori in acqua sono intervenuti a dividere i due protagonisti, facendo volare parole grosse e nuovi colpi proibiti. Ma è dagli spalti che gli animi si sono subito riscaldati. E, così, a fine match i tifosi della squadra di casa sono giunti alle mani con i giocatori ospiti. Una rissa che ha richiesto l'intervento delle forze dell'ordine per riportare la calma. 

 

Le polemiche a distanza

Una volta tornata la calma e sedata la tensione, la polemica si è spostata su Facebook.

La società dell'Osimo Pirates ha pubblicato il video del pugno scagliato dall'avversario accusando gli ospiti di poca sportività. «Questo è sport? - Si chiedono, spiegando la propria versione dei fatti -.

Sul fatto che la pallanuoto sia uno sport fisico e di contatto, non ci piove. Ma questa è la seconda volta che nell’arco di un mese ci troviamo davanti a un gravissimo episodio di violenza che nulla ha a che fare con la pallanuoto e con lo sport. E siccome tacere significa in qualche modo tollerare e accettare un comportamento, stavolta noi non intendiamo farlo, e prendiamo pubblicamente le distanze da quello che è successo al Passetto durante la partita Osimo Pirates - Rapallo Nuoto SSD.

Pur non essendone direttamente responsabili vogliamo chiedere scusa a tutto il pubblico e in particolar modo ai nostri giovani atleti venuti a supportarci per aver dovuto assistere a una simile e vergognosa scena, che, lo ripetiamo ancora una volta, NON È SPORT. Pubblico che assisteva tranquillamente alla partita e, dopo essere saltato sulla sedia sgomento per lo sdegno dopo la scarica di pugni inflitti al nostro Sam, è stato ripetutamente provocato dal giocatore espulso per brutalità (che, non pago, ha inveito anche contro un nostro dirigente e a fine match contro uno degli arbitri federali presenti). Pubblico che a tre minuti dalla fine ha dovuto lasciare l’impianto sportivo per evitare che gli animi potessero infiammarsi ulteriormente. La partita è finita con un pareggio a porte chiuse, e le forze dell’ordine». Ma non tutti hanno la pensano allo stesso modo...

La risposta dell'allenatore

La risposta social del Rapallo è affidata al tecnico della squadra. Lorenzo Presti racconta la propria versione dei fatti infuocando ancor di più gli animi. « …Un tranquillo Sabato in trasferta», scrive con ironia elencando tutto quello che è accaduto.

La squadra ospite ha effettuato 11 ore di viaggio tra andata e ritorno. Nel mezzo una partita in cui si è assistito a un'invasione di campo, minacce di morte da parte del pubblico e il blocco della squadra a bordo campo per sicurezza di ordine pubblico. Solo l'intervento della polizia ha sbloccato la situazione.

Le versioni delle due società non coincidono e - a distanza di 24 ore - le polemiche non si placano.


Ultimo aggiornamento: Domenica 16 Aprile 2023, 21:03
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