IL PRELIEVO
Per quello che doveva essere fatto ai suoi due gemelli, vista la delicatezza del caso, era stato indicato il reparto di pediatria dell'ospedale adriese. «Lì mi è stato detto che l'infermiera che di solito si occupava dei prelievi era impegnata per un cesareo e un'altra infermiera ha detto provo io. E già il verbo provare suonava strano. Due infermiere hanno così iniziato la loro prova. Una ha detto all'altra di farle da laccio emostatico. Altra cosa piuttosto strana: non capivo perché non usassero il laccio come si fa in questi casi. Invece, per prendere la vena nel braccino di mio figlio che pesava appena 5 chili, hanno pensato di schiacciarlo con la pressione del proprio corpo. Mio figlio si è messo a piangere disperato. Hanno provato per tre volte ad inserire l'ago, ma senza trovare la vena».
LA PROTESTA
LA SEGNALAZIONE
Il marito ha subito inviato una segnalazione all'ufficio relazioni con il pubblico dell'Ulss 5 e già l'indomani è arrivata la risposta che il tutto sarebbe stato segnalato a chi di competenza e che sarebbe stata inviata loro una relazione sui fatti descritti. «Nessuno, però spiega Federica ci ha più fatto sapere nulla. Anche davanti a nostre ulteriori sollecitazioni. Non vorrei che tutto fosse lasciato cadere. Non cerco risarcimenti o punizioni, ho accantonato anche l'idea di sporgere denuncia: voglio solo che una cosa così non succeda più. Per i miei due piccoli ho un senso di riconoscenza verso la sanità in generale. Per questo mi rammarica essere stata testimone di una condotta così grave».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Ottobre 2017, 10:36
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